AG. LJAJIC A FV, Giocare a S. Siro non lo spaventa

Esclusiva FV
01.05.2010 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
AG. LJAJIC A FV, Giocare a S. Siro non lo spaventa
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Dopo lo spezzone di gara disputato, con risultati decisamente confortanti, contro il Chievo, per Adem Ljajic, in occasione della gara in programma stasera a San Siro, potrebbe arrivare il momento di partire titolare. Per parlare di questa eventualità e per conoscere più a fondo il giocatore, Firenzeviola.it ha contattato in esclusiva il Prof. Giorgio Parretti, rappresentante per l'Italia del giovane talento serbo.

Professore, il suo assistito è stato convocato per la trasferta di San Siro e, dopo lo spezzone di gara disputato domenica scorsa, stasera potrebbe avere addirittura delle chances di partire titolare. Ha avuto modo di sentirlo e, in caso affermativo, qual è il suo stato d’animo?
“Io sono sempre molto vicino al giocatore, e in questi ultimi giorni l’ho incontrato a Firenze. In questo momento lui è ovviamente desideroso di proseguire l’iter iniziato con la partita col Chievo”

Le convocazioni e l’impiego sul campo però sono arrivate solo in conseguenza di una situazione di emergenza in seno alla squadra viola. Tutto secondo programma?
“Si, fa parte di un piano di costruzione del calciatore, che, dal punto di vista tecnico, è sicuramente pronto, mentre da quello fisico, essendo il calcio italiano particolarmente “muscolare”, può ancora migliorarsi. Il ragazzo comunque sta rispondendo bene al piano approntato da Cesare Prandelli, anche perché segue alla lettera tutte le indicazioni che gli vengono impartite, pertanto, in situazioni di emergenza, è pronto per essere inserito nei “diciotto” o anche negli “undici”. Tutto procede quindi secondo le previsioni; non va dimenticato come anche Jovetic abbia dovuto attendere sei mesi prima di essere impiegato costantemente”.



Come procede invece la sua maturazione a livello di personalità? Pensa che possa ad esempio trovarsi in soggezione a giocare in uno stadio come il “Meazza”?
“Assolutamente nessun problema. Parliamo di un calciatore che ha giocato i derby contro la Stella Rossa, figuriamoci se si fa intimorire da un Milan-Fiorentina…”

Per quanto riguarda invece l’apprendimento della lingua?
“Capisce già bene l’italiano, e, pur essendo un ragazzo molto riservato, sta iniziando ad esprimersi. Segue il piano di studio predisposto dalla società ed in più viene aiutato da tutte le persone che gli stanno vicino, incluso il sottoscritto”

Lei segue da molto il giocatore. Può raccontarci qualcosa di più sulla sua esperienza al Partizan e magari qualche aneddoto?

“Beh, è sempre stato un calciatore precoce, che si è sempre distinto nell’esprimere il proprio talento. Più che un aneddoto, è accaduto qualcosa di particolare in occasione del suo trasferimento a Firenze. Provenendo da una zona remota della Serbia, non molto ben collegata a Belgrado, ha dovuto portare con se’ tutta la famiglia. Il padre, che in passato è stato anch’egli calciatore, sapeva che a Firenze vive un ex giocatore serbo; quando il passaggio alla Fiorentina si è concretizzato si è messo in contatto con lui e poi, proprio nel capoluogo toscano, si sono ritrovati”.

A proposito di trasferimento, ha seguito direttamente lei la vicenda col Manchester?
“No, io sono il rappresentante per l’Italia, della trattativa con il club inglese se ne è occupato direttamente il suo agente, Mladen Furtula, tra l’altro ex portiere del PAOK. Quello che posso dire è che si è trattato di una vicenda che si è trascinata per le lunghe, fino al dicembre del 2009, perché Sir Ferguson voleva a tutti i costi il giocatore, ma era davvero impossibile ottenere il permesso di lavoro. Corvino è stato bravissimo ad avere pazienza ed a farsi trovare pronto al momento opportuno, prendendo il giocatore ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello concordato tra Partizan e Manchester”.