CRISTOFORO A FV: "FIRENZE SPLENDIDA, ADORO IL PIAZZALE. NOI IN EUROPA IN TUTTI I MODI"
“Firenze è una città bellissima, adoro il Piazzale Michelangelo, e poi devo dire che è un piacere girare per la città anche se i tifosi ancora non mi riconoscono...”. Sebastiàn Carlos Cristoforo Pepe, per tutti semplicemente Cristoforo, è un personaggio che ancora i tifosi viola non hanno del tutto scoperto, ma la sua ironia e la sua umiltà presto lo faranno apprezzare, ne siamo certi.
Il centrocampista uruguaiano si è concesso volentieri ai nostri microfoni, parlando di sé, dei suoi obiettivi e di un primo anno a Firenze che si augura possa comunque portare la squadra viola in Europa League. Ce lo racconta in esclusiva su Firenzeviola.it mostrando il suo lato più spigliato, quel dna sudamericano che, per esempio, non gli fa mai abbandonare il suo mate. E non a caso si presenta ridendo e scherzando con il mate in mano, prima di farsi raccontare il mondo di Firenzeviola.it. “Certamente seguo le notizie che riguardano il calcio o il nostro club, ma senza esagerare. Su internet spesso leggo e mi informo, ma non in modo ossessivo”.
UN SINGLE CHE AMA IL PIAZZALE E PUNTA ALLA NAZIONALE
Arrivato nel corso della passata estate, è già tempo di un primo bilancio sull'ambientamento. Come si è trovato a Firenze?: “Molto bene – racconta l'uruguaiano – la città è bellissima, la squadra è forte. Siamo reduci da due risultati positivi, dobbiamo continuare così. Siviglia e Firenze sono città simili, Firenze è un po' più piccola ma bellissima. In entrambe si vive benissimo, l'ambiente è caldo sia in Spagna che qua. Molti sudamericani hanno radici italiane, io pure. Il nonno di mia nonna si chiamava Giacobazzo, era di Salerno e per questo ho il passaporto italiano. La mia è una famiglia di emigranti italiani. Oggi non ho più parenti, ma in Italia ero già venuto a Roma per conoscere qualcosa di questo paese. Quando ho saputo della Fiorentina sono stato subito felice, sia perchè la squadra è forte sia perchè c'era la possibilità di giocare in Europa”.
E quando finiscono gli allenamenti che cosa fa? “Mi piace molto girare per la città, quando viene qualcuno a trovarmi lo porto sempre al Piazzale Michelangelo. Il centro è bellissimo, ma dal Piazzale la vista è splendida e va a finire che passo sempre di lì. Sono single, perciò non ho moglie né fidanzata, ma ho molti amici e spesso viene la mia famiglia a trovarmi. Con Maxi Olivera abbiamo legato subito perchè siamo entrambi uruguaiani, e poi anche se è più grande di me di un anno lo conoscevo già da prima. Mio fratello, di ruolo portiere, giocava insieme a lui in Uruguay. E anche Vecino che è qui da due anni ci ha dato una grande mano per ambientarci. Cosa porterei in Italia dal mio paese? Il mate, la “yerba” senza ombra di dubbio. L'asado che facciamo qua è argentino, simile al nostro, ma la cosa più importante è ritrovarsi insieme per fare gruppo. Farlo lontano dal campo è un ottimo modo per conoscerci ancora meglio. La carne qui comunque è molto buona, per il resto vorrei stare di più con amici e famiglia ma non si può avere tutto”.
La nazionale celeste è certamente un obiettivo per lei, ma è reduce da una sconfitta con il Brasile nelle qualificazioni ai mondiali: “Ho visto la partita, il Brasile ha giocato molto bene, segnando con facilità. La nostra squadra però è molto forte, siamo secondi in classifica e dobbiamo assolutamente qualificarci ai mondiali. Tutti sperano di essere chiamati in nazionale, io intanto ho giocato in Under 20 e sono molto felice di questo".
QUESTIONE DI RUOLO
Nel corso di questo primo anno in viola, si è trovato a giocare in più ruoli, eppure per qualche giornalista lei poteva essere considerato come l'erede di Banega visto che eravate insieme a Siviglia: “I giornalisti spagnoli sono troppo buoni – scherza Cristoforo – abbiamo giocato insieme ma siamo giocatori diversi. Lui gioca più in attacco, sa far gol e stare vicino alla porta, io mi trovo meglio più indietro, ma sono felice per lui e per quel che sta facendo all'Inter. Come sempre ho detto sono a disposizione della squadra e gioco dove serve, ma nasco come centrocampista centrale. Qui alla Fiorentina ci sono giocatori forti, che stanno facendo bene, ma è normale che un giocatore quando arrivi in una squadra voglia giocare sempre. Poi però decide il mister. Io sono contento così, ma è normale voler giocare di più. Emery e Paulo Sousa sono tecnici simili sotto il profilo delle motivazioni e della voglia di vincere. Non ho sentito Emery dopo il k.o con il Barcellona, ma ho parlato con il suo vice Carcedo, perchè a Siviglia eravamo molto uniti, eravamo una sorta di famiglia. A Barcellona è stata una partita strana”.
CONQUISTARE L'EUROPA IN TUTTI I MODI
Intanto la Fiorentina è reduce da due vittorie consecutive nonostante la contestazione: “Il calcio è così, lo sappiamo, quando non arrivano i risultati i tifosi sono delusi. L'aspetto positivo è esser riusciti a vincere le ultime due gare, adesso dobbiamo migliorare e cercare di segnare ancora di più, ma i risultati positivi ci danno un pizzico di tranquillità in più”.
Lei è uno dei pochi arrivato con il riscatto obbligatorio, dunque è destinato a restare: “E per questo dico che dobbiamo raggiungere l'Europa League in tutti i modi, anche con il sesto posto. Non mi preoccupa l'idea di dover cominciare la stagione in anticipo, perchè partecipare a una competizione europea ti permette di giocare di più e per la società è importante farsi conoscere a livello europeo. Dobbiamo assolutamente centrare l'obiettivo europeo. Contro il Borussia eravamo riusciti nel compito più difficile: riuscire a batterli in Germania nonostante la loro qualità. Purtroppo sappiamo che abbiamo fatto male, non voglio rischiare risposte, posso solo dire che il calcio è così, quando sbagli troppo vieni punito. A Siviglia siamo riusciti a vincere per tre anni consecutivi perchè la squadra era molto forte ma anche perchè gli episodi ci hanno permesso di arrivare in fondo alla competizione”.
DAGLI INFORTUNI AL FUTURO IN VIOLA
Proprio mentre il Siviglia vinceva Europa League a ripetizione, lei era alle prese con due infortuni: “È stato un periodo in cui ho cercato di rimanere tranquillo, di pazientare dicendomi che un giorno in più o un giorno in meno non avrebbe fatto la differenza. Sono rimasto forte di testa e mi hanno aiutato molto gli amici e la famiglia. Oggi però non ci penso troppo e sono concentrato soprattutto sul futuro”
Un suo connazionale come Caceres, nell'ultimo anno, si è proposto anche alla Fiorentina: “Credo che avrebbe potuto darci una mano – conclude Cristoforo – è un giocatore molto forte, di sicuro il miglior difensore che abbiamo in Uruguay. Non lo conosco fuori dal campo, ma ha giocato in squadre molto importanti. È fermo da un anno ma se ritrova continuità può fare bene, per me è troppo forte”.
Non resta che aspettare l'occasione buona per farsi conoscere ancora di più... “L'ho già detto, quando cammino per la città i tifosi non mi riconoscono... ma è meglio così, sono un tipo tranquillo, e poi in questo modo è più semplice godersi il Piazzale Michelangelo”