BERNA-SOUSA, ECCO COSA È SUCCESSO
A caccia di alibi per una forma e brillantezza che non sono più le stesse. Federico Bernardeschi, è indubbio, sembra il lontano parente di quello ammirato lo scorso anno quando a testa bassa seguiva i consigli del tecnico e dava il meglio di se stesso. Perso l'antico smalto sono iniziati gli interrogativi. Come mai non incide più come un anno fa? Sarà mica colpa del ruolo non suo nel quale è "costretto" a giocare? Secondo quanto raccolto da Firenzeviola.it, questi dubbi insinuati da più parti, soprattutto da quando è diventato un giocatore azzurro ed è finito sotto la lente d'ingrandimento dei media nazionali, hanno finito per convincere lo stesso Bernardeschi, "Il mio ruolo è quello di giocare vicino alla porta" sottolinea nelle interviste.
L'ultima martedì a Milano in occasione di un evento -autorizzato- dello sponsor, che ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso (il tecnico pare fosse infuriato) anche perché nello spogliatoio -sempre secondo la ricostruzione di Fv - il tecnico ha più volte avvertito Bernardeschi che in quel ruolo può ancora dare tanto. E proprio come esterno di centrocampo e grazie alla sua duttilità -gli ricorda - è esploso ed ha conquistato la Nazionale. Paulo Sousa non gradisce le lamentele pubbliche dei giocatori per diversi motivi, non tanto -o comunque non solo- perché il portoghese è permaloso, quanto perché primo non ama le primedonne, secondo in questo modo un giocatore finisce per trovare alibi alla sua scarsa forma e non lavora su se stesso e per la squadra come Federico in passato, quasi ascoltasse più le voci di chi gli è intorno (questo il riferimento al "fuori dal campo" fatto dal portoghese) e mettesse così in discussione la capacità del tecnico, invece di applicarsi per seguirne i dettami tattici.
Detto questo, non ci saranno altri casi "Pepito" perché Sousa è consapevole che Bernardeschi è un patrimonio della società, è uno dei pochi italiani in squadra, indossa la maglia numero dieci che, almeno finora, ha cercato di onorare e deve tornare ad essere la stella di questa squadra. Oltre alle bastonate, Sousa userà la carota, ne siamo certi, perché ha sottolineato più volte "lo aspettiamo e lo stiamo aiutando a tornare il giocatore che può aiutarci", quasi un invito a rimboccarsi -tutti - le maniche, allenatore e giocatore, testa bassa e lavorare possibilmente in silenzio. In fondo ieri è stato solo un ulteriore tentativo, dopo quelli fatti in privato, per spronarlo a ritrovare il "vecchio" Federico che, da ragazzo umile, caparbio e intelligente quale ha dimostrato di essere in questa sua avventura viola (post Crotone ovviamente), saprà fare sicuramente.