DIVINO
Giuseppe come Roberto. Sì avete capito bene, e per una volta ci sbilanciamo senza troppe remore. Difficile da spiegare se vi è capitato come a noi di restare estasiati dal primo sinistro vincente in Italia dell'allora giovanissimo Rossi. Il suo arrivo alla corte di Ranieri, ai tempi al Parma, significò salvezza. E già si vedeva chi sarebbe potuto diventare quell'umile italo-americano. Qualcuno dubitava, da gennaio in poi, che Rossi potesse subito determinare a favore della sua nuova squadra, la Fiorentina. Il primato nella classifica cannonieri già basterebbe a ricredere chiunque.
Ma tra le pieghe di una giornata che lo consacra tra i campioni della storia viola (per di più con una tripletta alla Juve) c'è l'altra partita di Rossi. Quella cominciata con una schiena che non andava come doveva e proseguita con un primo tempo nel quale al pari di tutta la squadra niente andava per il verso giusto. Non era lui, si vedeva, eppure la voglia e la grinta era sempre la stessa, la solita. Segno evidente di come Rossi sia tornato più forte di prima.
Il resto è la storia che racconteremo ai nipoti quando un giorno diremo "In quel 4-2 alla Juve, io c'ero". La freddezza dal dischetto, il numero con il quale si libera di Pogba e scarica in porta sorprendendo Buffon (siete sicuri fosse così innocuo il tiro fulmineo di Giuseppe?) e la corsa conclusa con il tocco vincente sull'invito di Cuadrado. C'è tutto nel repertorio di Rossi, che a Firenze ha già fatto ammirare cosa possa fare il suo sinistro. Come c'era tutto nel reportorio di Roberto, magari in un ruolo diverso, ma...perchè negarlo?
Tra le icone della storia viola, dopo nemmeno 9 mesi dal suo arrivo di cui i primi 5 senza giocare, Rossi è già in vetta. Con il suo modo di essere normale, generoso eppure straordinariamente campione. Staccando di gran lunga giovanotti che da Firenze non vedevano l'ora di andarsene o calciatori tanto fenomenali in campo quanto ingestibili fuori. Con tecnica e modalità diverse da quel Gabriel che, come lui, seppe stendere la Juve, e forse invece proprio più vicino al Roberto che alla prima da bianconero non volle calciare un rigore. Giuseppe ha tutto per scrivere altre pagine di storia senza dover fuggire sul più bello come era accaduto al 10 di Caldogno. Se il parallelo può sembrare azzardato, resta il valore del campione che oggi gioca in viola. E che di questo passo farà sognare ancora molto. Credeteci.
NELLE FOTO DI FIRENZEVIOLA.IT LA STRAORDINARIA VITTORIA DEI VIOLA SULLA JUVENTUS