ILICIC, A 21 ANNI VOLEVO TORNARE AL CALCETTO
Dal calcetto nelle strade della sua Slovenia, a Firenze. Josip Iličič si racconta al mensile Calcio2000, la sua vita, le difficoltà affrontate da ragazzo, fino al suo arrivo in Italia, con il Palermo prima e la Fiorentina poi, che gli hanno dato la possibilità di mettersi in mostra in un campionato che sognava fin da piccolo. Iličič, che giura amore alla maglia viola sperando di diventare un punto fermo per il futuro del club gigliato.
"...Fino a 17 anni ho vestito sempre la maglia di un'unica squadra poi ho fatto un cambiamento, andando in un club più piccolo per mettermi in mostra. Presi la decisione di scendere un po' di livello, e nella mia nuova avventura giocavo da centrocampista e riuscii a segnare 13 gol nell'Under 18. In quel momento c'è stato il primo vero cambiamento nella mia carriera. Decisi di andare a giocare in Serie B e credo di aver fatto la scelta giusta, anche perché era una società molto organizzata. Non riuscimmo a centrare la promozione e dato che in Slovenia i piccoli club hanno problemi finanziari quella stessa società fallì e fui costretto a partire”.
Un altro cambiamento importante?
“Sì. Ero molto giovane e i primi tre mesi non giocavo molto, anche se quell'esperienza mi è servita, visto che c'erano tanti giocatori bravi dai quali ho imparato tante cose. Come ho già detto però non giocavo quasi mai, tant'è che volevo andare via, ma poi abbiamo cambiato allenatore, è arrivato Alberto Bigon, e lui mi ha dato subito fiducia. Successivamente è arrivato un altro tecnico e la società puntava molto sui giovani, anche a causa di alcuni problemi economici. Quello è stato uno dei periodi più difficili della mia carriera, perché il club non voleva farmi partire e in un momento ho anche pensato di smettere di giocare a calcio”.
Poi cos'è successo?
“Ho fatto un provino per una squadra moldava, avevo un procuratore che non si è comportato molto bene e a 21 anni volevo tornare a giocare a calcetto, la mia vera passione. Decisi di andare a lavorare, sono stato 2 settimane a casa ma poi ricevetti una telefonata dal direttore sportivo del Maribor Zlatko Zahovic che mi propose un contratto con il club sloveno. Accettai e in quel momento la mia vita è cambiata”.
Come ricorda la sua esperienza al Maribor?
“Arrivai senza neanche fare la preparazione, mi allenai soltanto due volte e il tecnico Milanic, la persona più importante, insieme a Zahovic, della mia carriera, mi fece giocare fin da subito, dandomi molta fiducia. Queste due persone e il Maribor resteranno per sempre nel mio cuore, anche se in questo club ho giocato pochissime partite. Penso sempre al colore della maglia di quel club, il viola, e anche per questo, anni dopo, ho scelto la Fiorentina”.