A.GIANNATTASIO, Cinque schiaffi da restituire
Il ricordo di Andrea Giannattasio, giornalista dal 2012, di Fiorentina-Juventus=0-5 del 17/03/2012. Ebbene sì, tocca a me il compito forse più difficile di raccontare la più tragice delle tante Fiorentina-Juventus. La "mia" Fiorentina-Juventus è infatti proprio quella. Quell'umiliante 0-5 che ha significato non soltanto la sconfitta più netta della storia viola in casa ma anche il punto più basso di un'epopea di quasi novant'anni. E' inutile, nemmeno il 4-2 di poco più di dodici mesi fa riuscirà a farmi dimenticare quella nottata orribile. E dire che la giornata, per me e per tutti i tifosi di sangue viola, era iniziata nel modo migliore in quel 17 marzo 2012. L'entusiasmo in vista della partita che vale una stagione era alto come non si vedeva da tempo (nonostante un campionato anonimo) e le parrucche da portare allo stadio e da mostrare al simpatico Antonio Conte erano in camera mia da settimane, pronte per essere sfoggiate in tutta la loro "bellezza". In tasca, due biglietti di Maratona laterale da condividere con mio cugino. Purtroppo "gobbo". L'unico della mia famiglia. E vabbè, può capitare... Allo stadio l'aria era frizzante, si respirava l'aria dell'impresa contro una squadra che in campionato fino ad allora non aveva mai perso. Poi però, l'arbitro fischiò l'inizio. L'inizio della fine. Passò un quarto d'ora e la Juve era già in vantaggio. In scioltezza, senza che nessuno riuscisse ad opporre resistenza. Calò il gelo sul Franchi ma il cazzotto ricevuto, purtroppo, era solo il primo di una lunga serie. Sei minuti più tardi, infatti, Cerci decise di spegnere il cervello e venne pronti-via mandato negli spogliatoi da Bergonzi con un rosso diretto a metà del primo tempo: l'Apocalisse aveva avuto inizio e cominciò ad abbattersi in tutta la sua potenza col raddoppio di Vidal prima dell'intervallo, per proseguire nella ripresa sotto i colpi di Marchisio e Pirlo. Restai ammutolito, senza fiato. Nessuna voglia di contestare. Con me solo il desiderio di essere in un qualsiasi altro posto e magari con tutt'altra compagnia, visto che a dieci centimetri da me osservavo mio cugino strozzare in gola il suo entusiasmo. La rete di Padoin, poi, fu il colpo di grazia. Il destro del ko che fa stramazzare al suolo il pugile sul ring. Mancavano quasi 20' alla fine del secondo tempo: mi alzai e me ne andai. Troppa la vergogna e lo scempio messo in campo. Arrivai a casa ed infilai subito a letto, senza trovare (ovviamente) il conforto del sonno. Ecco, quando penso a Fiorentina-Juventus ogni volta mi viene un groppo alla gola perché ricordo i cinque schiaffi più forti che abbia mai ricevuto in vita mia. Una manita che da quella notte sogno in cuor mio di veder un giorno restituita al mittente. Magari, chissà, anche da venerdì sera. Un giorno la Fiorentina ci riuscirà. Me lo sento.
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