(NON) SPARATE SUL RIGORISTA
"Va bene non sparare sul rigorista, ma una buona serie di parolacce le abbiamo dette tutti. E’ proprio un’annata bastarda! Ti capita la fortuna che ti danno un rigore contro l’Inter, quasi a metà del secondo tempo, non hai mai ottenuto una vittoria importante a Firenze, tre punti sono come acqua nel deserto e il caro Ljajic lo sbaglia. E’ vero che non avevamo attaccanti di ruolo, ma per battere il penalty non è richiesta tale qualifica. Quelli la davanti, il serbo e Cerci, erano riconoscibili dalle scarpette arancio fosforescente (ai piedi anche di Pasqual) che non hanno però evidenziato grandi azioni né segnature, purtroppo.
Su Ljajic continuo ad avere tanti, troppo dubbi sulle sue doti calcistiche. A spunti eccellenti, fanno seguito giocate insulse ed errori banali, a punizioni da gol si passa ai rigori mancati, il tutto condito da un carattere troppo imberbe che rasenta a volte la svogliatezza.
Il simpatico Cerci si è mosso sicuramente meglio, ha fatto delle belle corse ma il risveglio della marcatura non lo ha ancora raggiunto, come successe lo scorso anno a fine campionato. Gli uomini questi sono e non si cava il sangue dalle rape! Da però molta soddisfazione vedere e constatare, come ha fatto ADV, che l’importante attacco nerazzurro sia stato fermato dai nostri centrali baby, Nastasic e Camporese, precisi e attenti al compito da svolgere.
Nella gara di ieri si è anche, in parte, avverato il sogno di una buona fetta di tifosi viola: Montolivo fuori squadra, anche se solo in panchina per problemi fisici. Anche se qualcosa di meglio ieri lo ha fatto vedere, continuo a considerare Kharja un centrocampista normale, non mi entusiasma e, con Montolivo in forma, continuerei a scegliere il nostro ex capitano.
Resta la consapevolezza che un punto è comunque importante e che la tenuta complessiva della squadra fa ben sperare anche perché, se quel “dannato” Lecce non molla, il Genoa lo vedo proprio messo male. Ieri a Marassi è successo di tutto e sul 4 a 0 per il Siena, i tifosi genoani sono riusciti a far spogliare i calciatori, a loro parere indegni di vestire la maglia del grifone. Questo ritornello si è sentito troppo spesso anche a Firenze, ma non ho potuto che sorridere nel vedere Gilardino “ignudo” e spaurito, lui che aveva scelto il progetto rossoblu ma per il quale ha segnato solo un gol (purtroppo come il suo sostituto in viola, Amauri). Qui non c’erano motivazioni, ma non mi pare che ne abbia trovate neanche a Genova. Però, mentre qui ci siamo ricompattati per la salvezza, lì sono alla sbando e, come si dice, “morte tua, vita mea”.
La Signora in viola