PRANDELLI A FV: "ITALIANO HA MERITI NOTEVOLI. BLOCCAI ADDIO DI IGOR, SU TORREIRA E DUSAN..."
"Quando riesci ad arrivare in Europa raggiungi un obiettivo importante, soprattutto considerando le ultime stagioni". A dirlo è Cesare Prandelli, che ha allenato la Fiorentina nel corso della stagione 2020/2021, in un'intervista concessa in esclusiva a FirenzeViola.it, nella quale ha trattato moltissimi temi, partendo da un giudizio sul campionato della squadra di Italiano: "La società ha programmato bene, ha scelto i giocatori giusti nei ruoli giusti ed ha trovato un allenatore che ha saputo valorizzare i calciatori, mettendo in pratica idee precise di calcio. Se le cose funzionano in questo modo poi gli obiettivi vengono raggiunti".
La Fiorentina è arrivata settima in Serie A ed in semifinale di Coppa Italia. Quanti meriti ha Italiano?
"Direi che ha meriti notevoli. È un allenatore che ha espresso un calcio interessante e piacevole, aiutato anche dai dirigenti che lo hanno assecondato con giocatori precisi in tutti i ruoli per esprimere il suo calcio. Il problema è quando trovi una squadra che non rispecchia le caratteristiche che vorresti avere... A volte basta poco per centrare un obiettivo tecnico preciso".
Lei ha conosciuto bene anche Commisso. Che tipo di persona è?
"Sicuramente è molto ambizioso. Per quanto riguarda il nostro rapporto è sempre stato molto piacevole e voglio allargare il discorso a tutta la sua famiglia, sempre unita, con la quale è stato davvero gradevole trascorrere del tempo. Poi però parliamo di lavoro e va detto che ognuno ha il suo modo di interagire e lui qualche difficoltà a Firenze l'ha trovata, questo anche per una comunicazione che non dico sia sbagliata, ma che è diversa dalla nostra".
Quanta importanza ha effettivamente per lui l'investimento fatto con il Viola Park?
"Ripeto, fondamentalmente lui è molto ambizioso. Il fatto che stia strutturando il miglior Centro Sportivo in Europa lo testimonia. È arrivato in Italia con entusiasmo, ci ha messo soldi, idee e forse avrebbe voluto e vorrebbe più affetto, magari essere amato per le idee che ha. Tante volte però il calcio stride con i sentimenti perché funziona con i risultati e quindi ci vuole un po' di tempo per trovare l'equilibrio. Commisso cerca consenso".
I tifosi non sono molto contenti della gestione di Torreira e Odriozola. Dovessero partire, quanto perderebbe la Fiorentina?
"Torreira è stato il giocatore che ha portato equilibrio, personalità e spessore, mentre Odriozola ha dimostrato di macinare la fascia 100 volte a partita. Non riuscire a confermarli diventerebbe un problema perché andrebbero poi trovati giocatori con quelle caratteristiche. Nei nomi non sono mai entrato, ma in ogni caso credo che sia l'allenatore a dover dettare le idee e a dover avere l'ultima parola".
Se fosse stato l'allenatore della Fiorentina, cosa avrebbe detto ai dirigenti se le avessero venduto Vlahovic a gennaio?
"Questo è un argomento particolare e delicato, dove entrano in ballo tante situazioni. Quando c'ero io avevo detto al club di prolungargli il contratto, ma mi avevano risposto che c'erano molti problemi con i procuratori e quindi lì mi sono fermato. Un allenatore dà un giudizio tecnico, umano, comportamentale, ma il resto non mi compete. Ognuno ha il proprio punto di vista e questo, ripeto, è un argomento molto delicato".
Dove si sente di aver inciso particolarmente con Vlahovic per portare il giocatore anche a ringraziarla più volte pubblicamente?
"Un allenatore si comporta nello stesso modo con tutti. A lui ho parlato chiaro, gli ho detto determinate cose ed ho avuto un riscontro molto molto positivo da subito. Lo stesso posso dire di Milenkovic e Igor, che sostenevo potessero giocare in una difesa a 4 quando molti dicevano il contrario, e lo hanno dimostrato quest'anno. Biraghi ha fatto una stagione straordinaria perché gli si è liberato un tappo davanti dove era difficile sviluppare gioco, poi c'è Quarta che è migliorato... In molti si sono messi in discussione e quando lo si fa diventa facile, mentre il problema è quando ci si arrocca sul vecchio modo di fare".
La crescita di Igor invece l'ha stupita?
"No, assolutamente. Quando c'ero io doveva andare in Inghilterra, aveva richieste dalla Premier League, ma dissi alla società di non cederlo assolutamente perché sarebbe diventato uno tra i difensori centrali più forti. Per un allenatore vedere l'entusiasmo negli allenamenti e la voglia di migliorare sono le soddisfazioni più grandi".
Quarta ha sofferto un po' l'esplosione di Igor ed è finito spesso in panchina. È peggiorato o semplicemente gli altri due sono più forti?
"Quando un giocatore alla sua età ha già tanto mercato e tante richieste, arriva qua che ha grandissime aspettative su di sé e pensa di giocare con continuità. Così, se viene messo in competizione, può darsi che perda un po' di tranquillità e serenità. Se lui vuole giocare sempre e non trova spazio, o comunque è in competizione, diventa un problema la gestione. Credo sia giusto anche accettare il fatto per il club che lui voglia giocare e non abbia alternative".
C'è un giocatore che ancora non ha espresso tutte le sue qualità, ma che ha grandi potenzialità tra quelli che ha avuto?
"Dico Amrabat. Se si convince che non è un regista, ma un centrocampista completo può migliorare ancora molto. Ho speso molto tempo con lui quando in tanti non vedevano di buon occhio il suo modo di interpretare il ruolo e posso affermare che deve convincersi a giocare la palla con più rapidità. Se lo fa può diventare qualcosa di serio".
C'è invece qualcuno da cui si sarebbe aspettato di più?
"Beh, ho avuto tante conferme come Bonaventura che ha una personalità e una serietà incredibili. Se devo dire un nome di un giocatore che può migliorare tantissimo penso a Castrovilli. Colgo l'occasione per mandargli un abbraccio e dirgli che quando si ha un infortunio così si torna meglio di prima. Lui deve trovare un ruolo specifico ed interpretarlo perché è vero che è talentuoso, ma alla lunga altrimenti diventa un po' difficile. Ha le qualità per essere utile anche alla Nazionale".
Quest'anno è cambiata anche la gestione dei portieri con Italiano. Qual è il suo parere su Dragowski e Terracciano?
"Giudicare un portiere è sempre complicato, figuriamoci quando vengono alternati. Italiano ha preferito Terracciano per il semplice motivo che con la palla al piede è un po' più preciso, ma dal punto di vista dell'attitudine in porta Dragowski è fortissimo. Terracciano trasmette al reparto qualcosa, collabora molto verbalmente, ma è facile criticare quando c'è alternanza. Il portiere è un ruolo molto difficile e se non è sicuro è molto complicato".
Può svelarci come mai Kokorin ha giocato davvero così poco con la Fiorentina?
"Anno scorso è arrivato con un problema fisico abbastanza serio e non si sapeva. C'è un'immagine emblamatica con l'Inter quando noi stiamo ripartendo con Ribery che si gira verso di lui, sulla sua stessa linea, e gli fa un cenno con la testa come per dirgli di andare, ma lui non riesce a cambiare passo".
Per concludere, ha avuto solo problemi fisici quindi?
"No, l'ambientamento ci sta che sia stato in problema, anche perché, nella storia della Serie A, pochi russi si sono espressi a grandi livelli. In più è stato messo in un contesto tattico ben preciso, dove i movimenti sono quelli a scapito della fantasia, del cercare situazioni personali e tutto è diventato complicato. Voglio sottolineare però che, almeno con me, dal punto di vista della serietà e del comportamento non ha mai creato problemi. Ricordiamoci che c'era la testimonianza delle sue qualità da parte di allenatori serissimi".