PIZARRO A FV: "CON LA JUVE VORREI GIOCARE IO. VLAHOVIC? IL FRANCHI GLI ELENCHERÀ I FAMILIARI. MA IO SUI SOLDI..."
Mai una gara come tutte le altre. A Firenze ma anche nel cuore di chi, Fiorentina-Juventus, l’ha giocata in maglia viola almeno una volta nella vita. Chiedere per conferma a David Pizarro, uno che di calcio vero, di garra, di maglia sudata (oltre che di autentiche magie sul terreno di gioco) se ne intende: “Pensare a quella partita, al clima infuocato del Franchi mi fa tornare molto indietro con la memoria” racconta il Pek in esclusiva a Firenzeviola.it: “Appena sono arrivato in città i fiorentini mi fecero capire subito l’importanza di quella partita. Per cui mi immedesimo anche nei giocatori della rosa di oggi: capisco le pressioni che stanno vivendo in queste ore. Potessi farlo, scenderei anche adesso in campo pur di giocarla: è una gara che regala emozioni come poche altre”.
Lei ha giocato tante volte il derby di Roma, ha vissuto anche i brividi della stracittadina di Milano e del calcio sudamericano: in una personale classifica, dove posizionerebbe per pathos Fiorentina-Juventus?
“Giuro, non voglio fare il ruffiano, sapete che non lo sono mai stato: ma sicuramente nei primi tre posti. Soprattutto perché la gara coi bianconeri riveste per la gente di Firenze un valore che difficilmente si può ritrovare altrove. E’ come un derby ma è una gara che si gioca tra due città e due “popoli” diversi. Se a Roma o Milano ti chiedono l’anima solo quando ti avvicini alla sfida con Lazio o Milan, a Firenze ti parlano della Juve per tutto l’anno”.
Le capita mai di ripensare a quel 4-2 del 20 ottobre 2013?
“Una gara indimenticabile. Come faccio a scordarla? Forse qualcuno lo ha sottovalutato nel corso degli anni… ma noi, che pure eravamo forti, quel giorno battemmo una grande Juventus. Una squadra cha veniva da stagioni di trionfi e che aveva i giocatori migliori del campionato. Di tempo ne era rimasto poco… ma poi venne fuori tutto il carattere di quella Fiorentina. Quando mi capita di tornare a Firenze e rivedo i miei amici, me ne parlano ancora”.
Cosa pensa dell’addio a gennaio di Vlahovic e del clima che il serbo troverà in città?
“Credo che i tifosi viola gli ricorderanno ad uno ad uno chi sono i suoi familiari… (ride, ndr). Ma al di là degli sfottò, penso che Italiano dovrà essere bravo ad allontanare dalla testa dei suoi giocatori il pensiero che si dovrà scendere in campo solo con l’idea di battere Dusan. No, non funziona così. La Fiorentina dovrà provare a sconfiggere una squadra intera, non un singolo giocatore. Lo stadio poi dovrà aiutare il più possibile i suoi ragazzi. La scelta di Vlahovic non la commento, ha preso la sua decisione professionale e stop”.
Crede che la Fiorentina possa battere la Juventus?
“Non solo batterla mercoledì, può anche passare il turno. La squadra è forte, lo ha già dimostrato in questa stagione con successi di prestigio”.
Pizarro, ma lei sarebbe mai andato alla Juventus se all’apice della carriera l’avessero chiamata i bianconeri?
“Il calcio per me è sempre stato un mondo particolare. Sicuramente diverso da come molti lo vivono adesso. Io ammetto di aver avuto una carriera particolare, dove più che ai soldi ho guardato alla mia felicità e al mio benessere. Mi sono fermato in città come Udine, Roma e Firenze perché lì davvero stavo bene. A Roma ho fatto grandi stagioni e non le nascondo che ho avuto più volte la possibilità di andarmene. Ma non l’ho fatto: ho scelto di restare dove mi trovavo bene, il lato economico è sempre andato in secondo piano…”