"OCCHI PUNTATI SU" Stevan Jovetic e Franco Semioli...non si vive di solo Mutu
Un "pieno" di sorprese (positive) nell'uovo di Pasqua di Prandelli con il mister viola nei panni (già indossati più volte) del "Mago di Orz". Il primo gol stagionale di Jovetic, la rinascita di Gilardino e Semioli, il nuovo ruolo di Donadel, la riscoperta di Almiron per una volta positivo e funzionale agli schemi di squadra. Ma c'è una domanda che, come disse qualcuno, nasce spontanea e rimane sospesa tra Shakespeare ed una sorta di tormentone: Mutu o non Mutu? O meglio: la Fiorentina gioca meglio con Mutu o senza Mutu? Ah saperlo, saperlo... e allora aggrappiamoci ai numeri, depositari (quasi sempre), di ogni verità. La Fiorentina, fra coppa e campionato, con Mutu in campo ha disputato 27 partite, vincendo 12 volte, pareggiando 6 e perdendone 9. Totale: 42 punti con una media di 1,55 a partita. Senza il "fenomeno", invece, i viola hanno giocato 12 volte con 6 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte con 21 punti conquistati ed 1,75 di media a partita. Vantaggio (leggero) per la Fiorentina senza Mutu e questa è già una piccola risposta. Andiamo avanti: Gilardino ha segnato 9 dei suoi 16 gol in campionato senza Mutu ed ha vissuto il miglior momento della sua stagione nella prima parte di stagione con il romeno spesso assente per il noto infortunio al ginocchio, senza contare che a Torino contro la Juventus, il "Gila", si vide annullare un gol regolare (ed anche ieri Trefoloni gli ha negato un gol per un fuorigioco inesistente). Che significa allora, che Gilardino gioca meglio senza Adrian accanto? Non si è sempre detto che Gilardino-Mutu sono la coppia più bella del mondo? Andiamo ancora avanti: Gilardino dà il meglio di se come unica punta coadiuvato da due esterni offensivi. Torniamo al periodo d'oro di Gilardino, quello delle prime 11 giornate (9 effettive senza le due fuori per squalifica con Inter e Siena dopo il Palermo): il "Gila" realizzò ben otto reti, alcune con autentiche prodezze (leggi il gol alla Juve e quello al Genoa), 6 delle quali beneficiando del modulo 4-3-3, il suo preferito. Tutto questo fino al gol, appunto, di Palermo, quando era stato adottato in pianta stabile il modulo 4-3-1-2, con Santana fra le linee. Tradotto in soldoni, finchè Alberto fungeva da unico terminale offensivo la sua azione è stata letale per le difese avversarie, da quando Mutu è passato a fare la seconda punta, quindi accentrandosi e giocoforza togliendo spazio al centravanti di Biella, il suo rendimento è calato sensibilmente. Per chiudere citiamo ancora dei numeri: Gilardino nelle successive 19 partite ha realizzato le stesse otto reti ma con il doppio del minutaggio a disposizione e di queste, 2 senza il romeno in campo.
Fermiamoci quì anche perchè non è nostra intenzione portare avanti la crociata contro Mutu ed il suo (presunto ?) egoismo. Adrian è senza dubbio un fuoriclasse, è senza dubbio un giocatore decisivo, è senza dubbio elemento carismatico, di personalità ma per la par condicio è uno che, per esempio, toglie spazio a Stevan Jovetic. Il montenegrino è dichiaratamente una seconda punta e Prandelli non rischierà mai Mutu dietro a Gilardino e Jovetic. Ieri Jo-Jo è sembrato sollevato da un incubo (non è stato il solo) e, pur senza incantare, ha fatto vedere notevoli progressi sul piano dell'intraprendenza e della convinzione. Lo stesso Gilardino, a prescindere dal gol vittoria, è sembrato più sciolto, più a suo agio senza Mutu accanto. La squadra nel suo complesso sembra aver ritrovato quello "spirito" più volte invocato da Prandelli. Finalmente la Fiorentina, dopo tempo immemore, è tornato un gruppo coeso, programmato per il tragiardo Champions League. Per non parlare del coltello agitato nella piaga dal nome di Giampaolo Pazzini, sacrificato sull'altare dell'antipatia endemica col "fenomeno" e dal modulo a due punte che, come già detto per Jovetic, esclude il terzo attaccante puro nel tridente mascherato offensivo. Adrian Mutu con tutta probabilità rientrerà nel prossimo campionato, chissà con quale maglia. E' innegabile che il carisma di cui sopra pesi nell'economia psicologica della Fiorentina, a volte in positivo, più spesso in negativo. Adesso ci sono otto possibilità per i reduci dalla dittatura del "fenomeno" per dimostrare di poter fare a meno di lui, e quest'anno, se programmata per tempo, la sua cessione sarà più di un'idea. Chiudiamo con un elogio a Franco Semioli. A Bergamo l'ex-clivense ha giostrato per larghi tratti da vice-Santana, fluttuando tra le linee, preferibilmente a sinistra, alternandosi con Jovetic nell'elastico tra centrocampo ed attacco. Fino alla perla dell'assist per il gol di Gilardino effettuato dalla sua mattonella preferita, la fascia destra. Ci concediamo una battuta e diciamo che Prandelli, nel periodo di Pasqua, ha proposto un modulo ad "albero di Natale", un 4-3-2-1 che vedeva Kuzmanovic, Almiron e Montolivo a centrocampo e Jovetic con Semioli a supporto dell'unica punta Gilardino. Crediamo possa essere un'idea praticabile anche in queste ultime otto partite. Felipe Melo riprenderà il suo posto sostituendo Almiron (comunque positivo a Bergamo) e sarà l'occasione per Jo-Jo di confermare la sua crescita, finalmente bagnata dal suo primo gol stagionale (però che brividi su quel rigore...) La Champions League è lì ad un passo, sarebbe un delitto non provarci fino in fondo... Genoa permettendo.