ODRIOZOLA, Mai imparato come con Italiano. Juve...

10.06.2022 11:48 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
ODRIOZOLA, Mai imparato come con Italiano. Juve...
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Alvaro Odriozola, terzino destro che ha militato nella Fiorentina in questa stagione, ha rilasciato un'intervista al Guerin Sportivo, dove ha parlato di tantissimi argomenti, soprattutto extra calcio, iniziando dal suo amore per Firenze: "L'ho sempre ammirata come città. Quando è iniziata la pandemia, più o meno a marzo 2020, giocavo al Bayern Monaco. Avevamo quattro giorni liberi e io avevo bisogno di staccare, anche per quello che stava capitando. Avevo deciso di venire a Firenze quattro giorni, a fare un giro per la città. Poi il Covid ha limitato le nostre vite".

A Firenze però poi ha giocato.
"E ho avuto la conferma di quello che pensavo. Questa città è unica. Nei giorni in cui era uscito il mio nome sui giornali, ho iniziato a ricevere messaggi sui social. Ancora erano solo voci eppure i tifosi viola già mi scrivevano. Ho pensato 'Wow, devo andare lì'".

Com'è stato il primo giorno a Firenze?
"Ricordo che quando il trasferimento è diventato ufficiale in molti dicevano 'Ma abbiamo preso un attore o un calciatore?'. Sai in molti sui social...".

L'hanno paragonata ad un attore ed è diventato un sex symbolo. Poi l'hanno vista giocare...
"(ride, ndr) Ho capito subito la passione. E mi piace tanto anche la vostra ironia. Firenze è Firenze e il calcio qui è una religione".

Che zona le piace più di Firenze?
“L'Oltrarno. Mi piace perché c'è movimento di persone ma anche perché ci sono tanti negozi di antiquariato".

Ma lei è davvero un calciatore?
"Sì, ma amo la cultura. Qui sono in uno dei posti più belli al mondo".

Qual è il suo museo preferito?
"Gli Uffizi. Però se devo scegliere un capolavoro dico il David di Michelangelo all'Accademia. E poi Ponte Vecchio, il Corridoio Vasariano, tutte le storie dell'antichità su questi luoghi. Che bello".

Bisogna parlare anche di calcio.
"Parliamo della curva Fiesole, dai. L'ambiente è incredibile, tutti gli amici che mi sono venuti a trovare dalla Spagna me lo hanno detto. A Firenze si vive per il calcio anche se devo dire che la passione c'è in tutta Italia: quando siamo stati a Salerno, ho sentito un tifo pazzesco".

La partita più emozionante dal punto di vista ambientale?
"Fiorentina-Juventus di Coppa Italia. Sono entrato in campo e ho visto la coreografia dedicata a Dante. Ho avuto la 'piel de gallina', come si dice, la pelle d'oca".

Le piace pure Dante.
"Chiaro, lo adoro".

Ha pensato a cosa significa avere uno stadio Artemio Franchi rinnovato, con la curva Fiesole più vicino ai calciatori?
"Ho visto i progetti di restyling, devo dire che mi sono piaciuti tutti. Io li avrei fatti tutti (ride, ndr). Quello che ha vinto è bellissimo, per il calciatore avere i tifosi vicino è importante, ti danno una carica in più. E, lasciamelo dire, oltre allo stadio a Firenze avremo presto il Viola Park, il centro sportivo di Bagno a Ripoli. Abito vicino".

Le è pure comodo.
"Sì! E vedo ogni giorno l'avanzamento dei lavori".

Tipo gli anziani, sa la storia con i cantieri..
"(ride, ndr) Sì! Mi appassiona, verrà simile al centro sportivo del Real Madrid, così come a quello del Tottenham. Il presidente Commisso ha fatto un grande lavoro, gli ho fatto i complimenti. Stiamo facendo come le piante: mettiamo le radici, e poi sali, sali e non ti fermi. Ma tutto parte dalle fondamenta".

Parliamo dello spogliatoio. Chi è il personaggio del gruppo?
"Intanto dico una cosa. È la prima volta che mi capita di avere un gruppo del genere, siamo davvero una famiglia. Il personaggio del gruppo è Nico Gonzalez, fa sempre scherzi. Pensa che quando siamo in palestra e iniziamo ad allenarci, lui prende il microfono e inizia a cantare".

E si spaccano le vetrate della palestra?
"Più o meno. E' stonatissimo, non è bravo a cantare".

Parliamo di stile. Chi veste meglio?
"Saponara. Elegante, stile italiano, top".

E peggio?
"(Ride, ndr) Qui c'è scelta. Sottil sembra che sia un artista di hip hop, ma non è il mio genere. E poi Milenkovic: poverino, si vestirebbe anche bene in generale, ma compra delle scarpe orribili".

E Odriozola?
"Ho il mio stile, dai".

Parliamo della sua famiglia. Io mi sono fatto gli affari suoi, suo fratello Pablo giocava a calcio.
"Sì, era pure bravo, ma non ha avuto fortuna con gli allenatori. Abbiamo giocato anche insieme, nella terza squadra della Real Sociedad. Il fenomeno in famiglia è un altro".

Chi?
"Daniel, mio fratello più piccolo. E' bravo a sciare, diventerà un professionista, si allena a Baqueira".

Ha parlato della Real Sociedad, dove ha iniziato la carriera: c'è stato un momento in cui hai capito di aver svoltato?
"Quando ho debuttato con la maglia della Real Sociedad. La partita era contro il Malaga. Mi sono detto 'Cavolo, se sono qui, qualcosa vorrà dire'. Poi il mio allenatore Eusebio Sacristan mi dava molta fiducia e quindi mi sentivo bene. Non è che potevo fermarmi".

Ed è arrivato al Real Madrid.
"Un anno a Madrid è come cinque in un altro luogo. E' come fare un master di calcio e di vita insieme. Impari tanto, ci sono pressioni diverse rispetto agli altri club. Però al tempo stesso capisci bene le cose importanti della vita, come la famiglia, la salute. Relativizzi il tutto e lavori per diventare una versione migliore di te".

Lo sa che l'ultima volta che qui hanno usato questi termini la Fiorentina non esisteva ancora? Torniamo al luogo comune del calciatore sciocchino, poco culturale.
"(ride, ndr) Tornando al campo ti posso dire che ringrazio Italiano. Non ho mai imparato così tanto nella mia vita. Con lui facciamo futbol offensivo, rischiamo, ma curiamo anche la parte difensiva".

Ma lei immagina mai cosa vorrebbe dire vincere un trofeo con la Fiorentina. Sai, manca da un po'. Io facevo le medie...
"Immagino l'Inferno di Dante ma di gioia. La gente impazzita. Avrei voluto giocare il ritorno di Coppa Italia con la Juve, ma quell'infortunio di m...".

Non mi scada però nella parolaccia.
"Quando ci vuole ci vuole. Al ritorno da Bergamo, dopo la vittoria in Coppa con l'Atalanta, ho visto tutta quella gente che ci acclamava. Ho pensato: 'Cosa accade se vinciamo la Coppa?'".

Capiterà, nel frattempo un suo amico spagnolo, Joaquin, ha alzato la Coppa del Re a 40 anni.
"Quel giorno tutta la Spagna tifava per lui. Joaquin trascende il futbol, è davvero un numero uno".

Purtroppo la sua carriera sta finendo.
"E bisogna pensare al dopo".

Lei è così maturo da pensarci già?
"Scusa, hai detto che sembro un attore. Ho un amico nel settore e il cinema mi piace. Il mio artista preferito è Leonardo Di Caprio, ma amo gli italiani e i toscani, da 'La Vita è bella' di Benigni a Zeffirelli. Sai che c'è? Quando finisco col calcio divento un attore".