PRADÈ: "PREOCCUPATO PER PAROLE COMMISSO: BIRAGHI CI HA PARLATO. SUI DUE ALVAREZ..."
Presente in sala stampa assieme ad Arthur Cabral nel giorno in cui il brasiliano è stato presentato ufficialmente come nuovo attaccante viola, il ds della Fiorentina Daniele Pradè ha introdotto il nuovo numero 9 e ha fatto il punto anche sulla finestra di gennaio che si è appena conclusa. Ecco le sue parole: "Siamo molto contenti di essere qua oggi con Cabral: è una punta forte, già passato dalla Nazionale brasiliana. Siamo contenti che sia qui perché siamo stati bravi a cogliere l'occasione, dopo averlo seguito per tanto tempo. Non era facile in un mercato come questo".
Sulla reazione del gruppo alle parole di Commisso: "Il gruppo è unitissimo, sa che è forte e che non dipende da un solo calciatore. Oggi Biraghi ha parlato a lungo con il presidente. Tutti remiamo nella stessa direzione. Il mister è bravo e intelligente, sapeva bene qual era la situazione di Vlahovic e eravamo in una situazione aziendale in cui non potevamo dire di no"
Sul comunicato della tifoseria dopo la cessione di Vlahovic: "Capisco il disagio della piazza ma ci sono delle situazioni in cui le società sono quasi prigioniere di agenti e calciatori. A questa operazione non potevamo dire di no, il rischio era quello di perderlo a parametro zero. Non aggiungo altro rispetto a quanto detto dal Presidente".
Su Julian Alvarez e Agustin Alvarez: "Jualian Alvarez è un giocatore fortissimo ma non siamo mai andato ad aggredirlo visto che avevamo in rosa sia Vlahovic che Piatek, quando ci siamo interessati con maggiore concretezza era già del City. Su Agustin Alvarez dico che è un giocatore molto interessante che abbiamo seguito ma in questo momento il Penarol lo valuta in modo eccessivo".
Ancora sulle parole di Commisso: "Ho letto l'intervista e sono preoccupato: Rocco è un uomo che ci mette passione e soldi. Capisco fortemente la sua delusione, conoscendolo come persona. E' troppo presto per poter dire quali siano i suoi sentimenti. Tutti noi proveremo nel più breve tempo possibile a dargli energia, con il nostro lavoro. Stesso discorso per i tifosi, ai quali promettiamo di vincere più partite possibili".
Sul tema dell'equilibrio economico e tecnico: "Noi per raggiungere un obiettivo tecnico non possiamo basarci su un solo calciatore. Noi a gennaio abbiamo portato subito due giocatori e a fine mese abbiamo subito reinvestito dei soldi su Cabral. Non vogliamo sminuire la nostra ambizione sportiva. Il caso Vlahovic fa parte del calcio moderno. Ho letto che la Fiorentina con le cessioni di Chiesa e Vlahovic si sarebbe già ripagato l'acquisto della società... è vero che abbiamo incassato tanti soldi ma tutto parte da lontano. Chiesa era un bambino e la società è stato bravissima a valorizzarlo e Sousa a farlo crescere. Su Vlahovic dobbiamo fare i complimenti a chi l'ha acquistato ma poi c'è anche la crescita che è passata dalla nostra gestione. In questi anni abbiamo mandato via quasi 50 calciatori, con relative commissioni (che dobbiamo ancora pagare) come Thereau, Dabo, Eysseric, Oliveira, Maganjic, Hancko, Zekhnini... sono costi e tanti. Io quando me ne sono andato nel 2016 c'erano Alonso, Vecino, Kalinic... noi abbiamo un'ambizione molto forte e vogliamo ancora investire".
Se la Fiorentina dal suo punto di vista si era rafforzata: "Noi siamo una squadra completa. Per quanto riguarda le cessioni, abbiamo accontentato chi chiedeva di andare a giocare, ovvero Pulgar e Benassi. Ora noi ci sentiamo forti ma non abbiamo mai detto qual è l'obiettivo da raggiungere. Non sappiamo dove possiamo arrivare, vogliamo solo vincere più partite possibili. Crediamo molto nel lavoro del tecnico e dei nostri calciatori".
Se la volontà del club è quella di fare un percorso lungo con Italiano: "Il suo contratto è stato siglato sei mesi fa ed è prematuro rispondere al suo prolungamento. Noi siamo felici di lui, vorremmo fare un percorso lungo insieme ma le decisioni vengono prese in due. Noi crediamo in lui, abbiamo combattuto per averlo e abbiamo pagato per averlo. C'è sicuramente feeling tra noi".