COMMISSO, In tribunale non per i tweet ma da testimone
In merito alla notizia rilanciata in queste ore dal portale Calcio&Finanza nella quale si fa riferimento a un coinvolgimento processuale del presidente della Fiorentina Rocco Commisso (vertenza che lo avrebbe visto coinvolto in quanto autore - nel 2017 - di alcuni tweet dal contenuto offensivo nei confronti della MLS e della Federcalcio statunitense), Firenzeviola.it precisa quelli che in realtà sono le motivazioni per le quali lunedì il numero uno della Fiorentina ha presenziato all’udienza presso il tribunale di New York.
Una causa milionaria
Commisso si trovava presso il Palazzo di Giustizia non perché imputato ma in quanto testimone della causa che egli stesso ha intentato ormai otto anni fa a MLS e USSF, dopo la decisione da parte della US Soccer di non rinnovare la licenza alla NASL (la seconda divisione calcistica degli Usa della quale mister Mediacom era presidente in quanto anche proprietario dei New York Cosmos). Una decisione che, allora, aveva portato Commisso a intentare una causa per danni del valore di 170 milioni di dollari.
Tweet e scuse
Ma solo nel corso dell’udienza di due giorni fa (la nona da quando è partita la controversia) è emerso che il numero uno viola era stato autore di alcuni tweet dal contenuto offensivo in riferimento ai vertici calcistici statunitensi, post per i quali Commisso si è scusato: "Non mi sento bene per quello che ho fatto, perché non è da me. Ho smesso di usare l’account Twitter. Non ho fatto nessun tweet negli ultimi cinque o sei anni e sono felice di aver smesso con tutti i social media" ha riferito il patron in aula.
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