La nuova vita di Alessandro Pierini, dal calcio alla ristorazione: "Dal Mondiale sfiorato a un locale a Viareggio"

Più di settanta partite in viola, 250 in totale tra Serie A e B. Dopo una carriera da calciatore di alto livello, Alessandro Pierini ha trovato soddisfazioni anche lontano dai campi. Prima, con due cliniche dentistiche in franchising in Spagna, dove ha chiuso la carriera da giocatore, poi con un locale di ristorazione e intrattenimento a Viareggio, nella celebre passeggiata a mare. La Nazione dedica spazio alla storia di un ex calciatore che ha trovato una seconda vita dopo il pallone: Pierini ha deciso di lasciare il calcio giocato nel 2009, dopo una stagione da protagonista al Cordoba con 40 presenze e 6 gol. "Stavo bene, avrei potuto continuare, ma il presidente Rafael Campanero mi offrì il ruolo di vice allenatore con Lucas Alcaraz. L’idea mi intrigava, ho ottenuto i patentini in Spagna, ma poi sono cambiate molte cose, sia per il club che per me a livello familiare, e ho scelto di tornare in Italia."
L’idea di allenare non è mai svanita del tutto. Pierini ha avuto esperienze con il Camaiore, il Viareggio nei Dilettanti, poi come vice di Calori a Trapani in Serie B e alla guida della Primavera dello Spezia. Ma alla fine ha scelto di dedicarsi al lavoro a Viareggio, come racconta a la Nazione. "La passione per il calcio è rimasta, ma penso di aver fatto la scelta giusta." Il passaggio dal calcio alla ristorazione è stato naturale. "Da ragazzo facevo il cameriere stagionale, poi mia madre è diventata titolare del Fanatiko, un locale molto conosciuto a Viareggio. Qui si mangia, si balla e ci si diverte. È un lavoro impegnativo, ma mi piace il contatto con le persone, i ritmi sono serrati, ma vedere i clienti soddisfatti mi gratifica."
Anche se ormai lontano dal mondo del pallone, Pierini continua a seguirlo, soprattutto per suo figlio Nicholas, attualmente in Serie B con il Sassuolo dopo esperienze con Spezia, Cosenza, Ascoli, Modena, Cesena e Venezia. "Spero arrivi presto in Serie A, se lo merita per quello che sta facendo. Ho sempre detto a Nicholas che la carriera da calciatore è breve, bisogna pensare anche al dopo. Ora deve concentrarsi sulla sua passione, ma saprà guardare avanti."
La sua unica presenza in Nazionale è arrivata contro l’Argentina, ma la carriera in azzurro avrebbe potuto essere più lunga. "Dopo la vittoria della Coppa Italia con la Fiorentina nel 2001, ero nel giro della Nazionale. Trapattoni mi stimava e dovevo andare in Premier League al West Ham, ma l’affare saltò all’ultimo. Rimasi a Firenze, mi infortunai alla schiena e persi il Mondiale del 2002. Poi la Fiorentina fallì e tutto cambiò."
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