ADIÒS NICO. COSA LASCIA L'ACQUISTO PIÙ COSTOSO DELLA STORIA DELLA FIORENTINA

25.08.2024 15:00 di  Giacomo A. Galassi   vedi letture
ADIÒS NICO. COSA LASCIA L'ACQUISTO PIÙ COSTOSO DELLA STORIA DELLA FIORENTINA
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

È arrivato da acquisto più costoso della storia della Fiorentina, se ne va da quinta cessione più remunerativa dopo Vlahovic, Chiesa, Rui Costa e Bernardeschi, appena sopra un altro argentino, un certo Gabriel Batistuta che l'allora Fiorentina di Cecchi Gori vendette alla Roma per quelli che oggi sarebbero poco più di 36 milioni di euro: Nico Gonzalez non può neanche essere paragonato a Batigol per impatto e importanza avuta a Firenze, ma lascia comunque un prima e un dopo il suo arrivo.

L'arrivo turbolento 
Già, proprio il momento dell'arrivo fu eccezionale, in mezzo al tumulto per l'addio lampo di Rino Gattuso e con la volontà di Commisso e Barone di dare un segnale all'ambiente scosso dai dubbi sulla querelle con l'allenatore poi sostituito da Italiano. Chi ha vissuto la trattativa che portò Nico Gonzalez a Firenze dallo Stoccarda per una cifra superiore ai 25 milioni più bonus, racconta spesso come sia stata tra le più facili mai portate a termine in carriera, con la Fiorentina disposta a tutto pur di portare a casa il talento argentino classe '98, allora 23enne. Non si può dire lo stesso della cessione, che invece è stata piuttosto lunga e a tratti burrascosa, con le avances della Juventus partite ad inizio mercato e concluse solo dopo essersi avvicinata alla richiesta da 40 milioni ordinata direttamente dal presidente Commisso.

Lo score
In tre anni alla Fiorentina, il nativo di Belén de Escobar ha segnato 38 gol e messo a segno 19 assist in 125 partite
, partecipando dunque ad un gol ogni due partite giocate, più o meno. Il vero problema della sua esperienza a Firenze è stata la discontinuità, visto che di partite, in tre anni, ne ha saltate ben 37, in pratica un campionato intero. Peccato per le volte in cui, nel momento decisivo, Nico è mancato. Come ad Atene, o come in altre partite meno cruciali, però non possono essere dimenticate le doppiette al Lech Poznan e al Basilea, così come il gol in finale di Coppa Italia che per qualche minuto ha fatto sognare in grande tutti i tifosi della Fiorentina. Un urlo strozzato in gola come quello che resta oggi, nel giorno del suo addio.

Non conta chi parte ma chi arriva
Certo, si potrebbe stare a discutere ore dell'ennesima cessione della Fiorentina ai rivali storici - lo stesso Per Kroldrup non le ha mandate certo a dire - ma la verità è che tutto potrebbe essere facilmente cancellato con un rush finale di calciomercato che possa far dimenticare al più presto Nico Gonzalez e lanciare così la nuova Fiorentina di Palladino, con un Gudmundsson in più e un Nico Gonzalez in meno, ma soprattutto con tutti i dubbi che una cessione del genere porta con sè. Perché se è noto come Firenze sia una città d'arte, lo è altrettanto il fatto che difficilmente dimentica: i dirigenti viola sono chiamati a cinque giorni di fuoco per provare ad invertire la rotta di una stagione che parte con poco entusiasmo e molte perplessità.