VERSO LA ROMA, Uno "spareggio" per l'Europa

18.03.2011 01:02 di  Stefano Borgi   vedi letture
VERSO LA ROMA, Uno "spareggio" per l'Europa
FirenzeViola.it
© foto di Andrea Pasquinucci

Faceva caldo quel giorno a Perugia e non solo in senso atmosferico. Il capoluogo umbro fu invaso da 20.000 tifosi provenienti dalla Capitale e quel 30 giugno 1989, tifosi viola (per loro una sparuta ma significativa rappresentanza di 800 unità) e giallorossi si affrontarono in un pre-partita diciamo così… ”movimentato”. Non ricordo esattamente se ci furono scontri da copertina, ma una fonte autorevole della "Fiesole" mi suggerisce che i “nostri” si fecero comunque rispettare. Lo scontro aspro ma leale avvenne in campo dove si fronteggiarono due squadre che avevano condotto il torneo appena concluso in modo differente. Grande prima parte viola con la coppia Baggio – Borgonovo straripante e finale in declino, recuperati dalla Roma che proprio poche domeniche prima ci aveva battuto all’Olimpico per 2-1. Il responso finale del campionato disse spareggio, e i favori del pronostico andavano ai capitolini in virtù di una migliore condizione fisica. Ma si sa il calcio è strano e basterebbero questi numeri per testimoniarlo: 240 presenze in serie A e 106 reti realizzate, tre titoli di capocannoniere (81’, 82’, 86’, quando fare gol era un mestiere difficile) quattro coppe Italia e uno scudetto. Potremmo aggiungere anche una finale di Coppa Campioni perduta ai rigori, ma la cattiveria gratuita non ci appartiene. Sono i numeri di Roberto Pruzzo, un pezzo di storia giallorossa. Fu lui a decidere la partita con un gol di testa al 7° del primo tempo, quando su cross di Baggio anticipò un incerto Tancredi (come recitavano le cronache di un tempo…uscito a farfalle) e proiettò la Fiorentina in Europa. Fu quello, altresì, l’ultimo gol da professionista di “O’ Rey di Crocefieschi” (questo il suo nomignolo in onore del paese natale) al termine di una stagione in maglia viola che lo vide protagonista mancato, con sole 6 presenze da titolare, qualche scampolo di gara, e zero gol. La settima gli fu fatale perché, non ce ne voglia, il bomber ligure avrebbe voluto in quel momento essere da qualunque parte meno che a saltare su quel pallone e gettare così nello sconforto la tifoseria romanista che per anni lo aveva idolatrato.

Il match ebbe uno strano svolgimento: predominio viola nella prima mezzora con gol decisivo ed un paio di interventi provvidenziali di Tancredi, poi solo Roma fermata a più riprese da un Landucci (il portiere viola) unto dal Signore che… quel giorno tifava evidentemente Fiorentina. Anche in questo caso il calcio si dimostra spietato, poichè Marco Landucci, portiere che per lunghi tratti della stagione era stato assente per infortunio, rientrò a poche giornate dalla fine e suggellò quella sfortunata stagione con una prestazione mirabolante nella quale come si usa dire…”fece i bambini con i baffi”. Furono quindi i viola a conquistare il diritto a disputare la Coppa Uefa 1989-90. Come finì quella competizione è inutile (e masochistico) ricordarlo. Rimane la soddisfazione di avere sconfitto una rivale storica e di aver completato l’opera di una stagione che vide la Fiorentina produrre un gioco altamente spettacolare, guidata da Eriksson in panchina e da Dunga in campo e che mostrò probabilmente il miglior calcio del campionato.