KUBIK, Viola, non finirà come nel '90. Ho detto a Barak...
«Ho già parlato con Antonin Barak e gli ho spiegato cosa abbia voluto dire per Firenze perdere quella finale di 33 anni fa. Ricordo tutto come se fosse oggi…». Lubos Kubik, appena due stagioni con la maglia della Fiorentina ma ancora con il rimpianto nel cuore di aver dovuto rinunciare a quella Coppa Uefa persa nel 1990 contro la Juventus, è già carico in vista della finale di Conference League a Praga. Ovvero nella città che lo ha visto esplodere con la maglia dello Slavia (la stessa indossata da Barak) prima del suo approdo in riva all'Arno. Adesso, dalla sua casa in Maremma, farà il tifo per la formazione di Italiano, ricordando cosa non andò di quella "sporca finale" contro i bianconeri: «L’handicap più grande fu il non poter giocare la gara di ritorno davanti ai nostri tifosi a Firenze. La Uefa optò per Avellino in virtù della squalifica del Franchi ma quando uscimmo sul terreno di gioco per riscaldarci trovammo uno stadio pieno quasi solo di tifosi della Juventus, che già ci aveva battuto all’andata 3-1. Stavolta però, a Praga, sarà tutto diverso».
Come mai, Kubik?
«Intanto perché la gara si gioca in un turno secco. E poi perché lo stadio sarà equamente distribuito tra i tifosi viola e quelli del West Ham. Ho detto a Barak che questa Fiorentina ha più chance di vincere rispetto alla mia, anche perché gli inglesi sono una squadra con valori simili a quella di Italiano».
Dove guarderà la finale?
«Nella mia casa, in Maremma. Mi trovo da qualche giorno in Italia per le vacanze e ne approfitterò per gustarmela in tv, sperando di far festa al 90’. Pensi che avevo già prenotato un volo Roma-Praga per assistere dal vivo alla partita ma non c’è stato modo di trovare un biglietto».
Della Fiorentina di questa stagione che idea si è fatto?
«L’ho seguita molte volte, sia in Serie A che in Conference. È una squadra divertente, che è riuscita ad arrivare lucida a fine anno nonostante le tantissime gare giocate: è stata un’annata molto positiva soprattutto per merito di Italiano».
E del suo amico Barak che dice?
«Il suo inizio a Firenze non è stato facile: ambientarsi in una squadra che gioca per così tanti obiettivi, dove Italiano è stato costretto a fare turnover, non è semplice per nessuno ma penso che Tony abbia portato a termine un’annata buona. Impreziosita dal gol di Basilea che ha regalato alla Fiorentina la finale di Conference. Però non deve accontentarsi: Barak può dare di più e anche lui lo sa».
Nel West Ham giocano altri due ex Slavia Praga, come lei e Barak: Soucek e Coufal.
«Li ho seguiti spesso: se gli Hammers sono arrivati in finale, lo devono anche alle loro qualità e fisicità. Soucek è una sentenza sui calci piazzati ma anche Coufal è un stato fin qui un elemento basilare per Moyes».
Si ringrazia per la collaborazione Daniele Del Sette.