L'UNITÀ DELLE COMPONENTI

07.09.2022 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
L'UNITÀ DELLE COMPONENTI
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© foto di Federico De Luca 2022

Poteva essere l’occasione giusta per invitare tutti al Franchi, domani sera, a godersi il ritorno in un girone europeo dopo il successo sul Twente. Una buona opportunità per raccontare qualche ragione alla base delle ultime scelte di mercato, non necessariamente legate a quanto avvenuto con Torreira, e non riferirsi esclusivamente ai riflessi (positivi) sul bilancio di cessioni che tecnicamente restano dolorose.

Anche perchè proprio di fronte a un confronto più legato a quanto avviene in campo, e non fuori, sarebbe stato più semplice raccontare il percorso che ha in testa la società, magari spiegando le difficoltà incontrate lungo il cammino (non ultime proprio quelle legate a sostituzioni negli interpreti ad oggi non ancora pienamente efficaci) e certamente senza rinunciare a sottolineare scelte che invece stanno pagando, come nei confronti di Amrabat o Kouamè fortemente rilanciati dal club.

Un momento di bilancio per affrontare il domani, sotto ogni profilo strutture incluse, ma soprattutto per stemperare un presente fatto di una certa elettricità (e rancori lontani anni luce dalle celebrazioni d'inizio avventura) che chi ha frequentato la sala stampa, ieri, ha nuovamente percepito. Quasi che, ancor prima dei primissimi responsi della stagione in corso, le divisioni interne alla piazza fossero già così ampie da non meritare riavvicinamenti, tanto più alla luce di una non ben precisata solidarietà da parte della città che il presidente non ha avvertito di fronte a quelli che ha vissuto come attacchi personali.

Invece Rocco Commisso non ha voluto derogare alla sua schiettezza, ai concetti diretti che ha riferito ieri anche e soprattutto nei confronti di chi o cosa non sembra voler procedere nella sua stessa direzione. Una sorta di nuova replica dopo i mesi trascorsi oltreoceano, certamente alle prese con condizioni fisiche che gli auguriamo possano solo migliorare, ma nei quali evidentemente molte cose, e altrettante critiche o contestazioni, non sono andate giù al patron viola.

Che avrà certamente tutte le ragioni per lamentarsene, tanto più di fronte a numeri e cifre che testimoniano investimenti snocciolati a favore anche dei più duri di comprendonio, ma che pare nuovamente perdere l’occasione di raccontare il calcio che immagina, per non dire sogna, in quanto proprietario di una squadra amata in città e fuori da migliaia e migliaia di tifosi. In altri termini senza provare a compattare, più che spaccare, un ambiente che tutto sommato è sempre rimasto vicino alla squadra. Anche quando sul rinnovo del tecnico avanzavano nuvoloni, o quando i risultati dei due anni precedenti non arrivavano. O infine quando stampa e opinione pubblica hanno contestato determinate scelte che col senno di poi potevano pagare diversamente

Un invito diverso all’unione di tutte le componenti (come diceva un po' di tempo fa un tecnico rimasto nel cuore di molti) verso un unico obiettivo, alla condivisione di un avvio di stagione comunque positivo, sarebbe risultato probabilmente un punto di forza per la squadra stessa, almeno per scongiurare il rischio che in assenza di miglioramenti sul piano tecnico a medio e lungo termine possano ripartire nuove perplessità da tifo, stampa o altro. Con la pesante sensazione, assai diffusa in tempi in cui sembra diventato un obbligo lo schieramento pro o contro e su qualsiasi cosa, di un continuo conflitto. Entro un cammino circolare in perenne ricerca di un torto o di un giusto oggettivo persino prioritario rispetto alla crescita del club.