TRASLOCO VIOLA, PER DUE ANNI LONTANI DA FIRENZE: LE OPZIONI ED I PRECEDENTI

22.03.2023 14:00 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
TRASLOCO VIOLA, PER DUE ANNI LONTANI DA FIRENZE: LE OPZIONI ED I PRECEDENTI

Empoli, Pistoia, La Spezia, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara- non stiamo parlando della tratta regionale di un treno del centro Italia, bensì di alcune delle opzioni spuntate fuori per il trasloco obbligatorio che la Fiorentina dovrà affrontare fra poco più di un anno.  “Siamo già d'accordo con la Fiorentina che la squadra giocherà fuori dal Franchi per due campionati. Dalla metà del 2024 alla metà del 2026”. Parola del sindaco di Firenze Dario Nardella, che ieri ha fugato alcuni dubbi riguardanti le tempistiche dei lavori ma ne ha creati altri per tifosi e addetti ai lavori. La domanda adesso è questa: dove giocherà la Fiorentina per due stagioni (da metà 2024 a metà 2026)?.

LE OPZIONI - Nelle ultime ore, giornali e testate online si sono scatenati nel tratteggiare tutte le opzioni possibili: si va dallo stadio Castellani di Empoli, al Picco di La Spezia, passando per il Mapei di Reggio Emilia, il Braglia di Modena ed il Dall’Ara di Bologna; tutti impianti relativamente vicini a Firenze, ma ognuno con problematiche evidenti, tra ordine pubblico, mancanza di licenza Uefa e impegni dei club “di casa”. A quale stadio dare il compito di “supplente” del Franchi? Gli exit poll danno in vantaggio il Castellani di Empoli, soluzione geograficamente più comoda e scelta che sembra avere anche il placet del presidente azzurro Fabrizio Corsi, anche se il comunicato di poco fa della sindaca di Empoli Brenda Barnini lascia presagire all’ennesimo scontro burocratico tra società e comune. Anche i tifosi, tramite i social, si stanno esprimendo sulle tante opzioni in ballo per un esodo che non sarebbe una novità per i viola.

I PRECEDENTI TRASLOCHI- Se torniamo indietro di una trentina di anni abbondanti, possiamo constatare come la Fiorentina abbia già vissuto una situazione simile: era la stagione 1989-90, quella che avrebbe portato ai Mondiali italiani a giugno e così, a causa della ristrutturazione del Franchi in vista della kermesse iridata, i viola per la prima parte di stagione si trasferirono al Melani di Pistoia, mentre in alcuni frangenti del campionato giocarono al Curi di Perugia per un totale di 6 gare casalinghe su 17 disputate lontano dal Franchi, con una media rimarcabile di 9mila spettatori presenti per gara; la campagna europea di quell’anno, con i viola che arrivarono fino alla doppia finale (poi persa con la Juventus) si giocò invece tutta a Perugia ad eccezione della finale di ritorno, disputata al Partenio di Avellino a seguito dei disordini avvenuti al Curi in occasione della semifinale col Werder Brema.

L’ALTERNATIVA (SCARTATA) – Tra le opzioni possibili per ovviare al problema dei lavori di ristrutturazione al Franchi, la vera alternativa è stata definitivamente scartata. Negli ultimi mesi si è parlato anche dell’ipotesi che la Fiorentina potesse continuare a giocare nel proprio impianto nonostante i lavori in corso, un’opzione scelta in tempi recenti sia dall’Udinese che dall’Atalanta. Anche i due club di Serie A nelle ultime stagioni hanno rifatto il look al proprio stadio, continuando però ad ospitare gare casalinghe con evidenti restrizioni della capienza. Questa soluzione, va da sé, avrebbe creato diversi problemi logistici relativi all’afflusso dei tifosi. Oltre poi ad un innalzamento dei prezzi significativo (stimato intorno al 33%), la scelta di fare come l’Udinese con la Dacia Arena e l’Atalanta col Gewiss Stadium avrebbe dilungato i tempi dei lavori, mettendo a rischio l’obiettivo di regalare il nuovo Franchi ai tifosi viola per l’estate del 2026, quando il club festeggerà i cento anni di storia.