Bernardeschi su Kean: "Segna di forza e di rabbia. Mi ricorda un po' Lukaku"

L'ex calciatore della Fiorentina, oggi a Toronto in MLS, Federico Bernardeschi ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino. Tra i vari temi toccati anche il match tra viola e partenopei di oggi pomeriggio, queste le sue parole a partire da una considerazione sul suo ex compagno di squadra alla Juventus Moise Kean: "Quando Moise è andato a Firenze dicevo a tutti che avrebbe fatto dai 15 ai 20 gol. È un giocatore forte. Quando è arrivato alla Juventus c’era una concorrenza di livello assoluto in attacco ed era normale giocasse poco. Se gli dai spazio e fiducia vengono fuori le sue qualità: forza e velocità, che messe insieme lo rendono micidiale. Per certi versi mi ricorda Lukaku. Meno strapotere fisico, ma è quel tipo di giocatore lì. Il gol te lo fa di forza, di rabbia, di velocità".
Bernardeschi, Chiesa e ora Comuzzo: cosa ha di magico il settore giovanile della Fiorentina?
"Ci sono persone competenti. È un progetto che parte da lontano. Sono un modello come lo è quello dell’Empoli. Sono società che hanno coraggio, sono solide e sono sane".
Bernardeschi ha poi parlato di quando, all'epoca della primavera della Fiorentina, si rifiutò di firmare la liberatoria per la serie tv "Calciatori Giovani Speranze"
"Ero il capocannoniere e il numero 10 della Primavera ma non volevo che invadessero il mio spazio. In quel momento avevo altro a cui pensare. Dovevo pensare solo al campo. Avevo paura che diventasse una distrazione. Mi ricordo che si arrabbiarono molto, ma tornassi indietro è una scelta che rifarei perché mi avrebbe fatto perdere un po’ la concentrazione".
È un consiglio che si sentirebbe di dare anche ai giovani calciatori di oggi?
"Assolutamente sì. Da bambino avevo il sogno di diventare calciatore. I social non esistevano, certo, ma mi rendo conto che affacciarsi troppo presto a queste realtà moderne in una società che va così veloce, è un rischio. Per uno che deve crescere e formarsi sotto l’aspetto umano e di carattere può fare male perché sei ancora instabile. Spesso sono cose che fanno male anche agli adulti, figuriamoci a chi è ancora un ragazzo che sta crescendo. Ora sembra che si voglia diventare prima famosi e poi calciatori. Invece dovrebbe essere il contrario. O almeno da bambino per me era così".
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