CAIRO A RFV: "AD ATENE TIFAVAMO VIOLA MA ORA PENSIAMO A NOI"

17.07.2024 20:20 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
CAIRO A RFV: "AD ATENE TIFAVAMO VIOLA MA ORA PENSIAMO A NOI"
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Intervenuto oggi a Radio Firenzeviola durante "Colpi d'ala", a cura di Alberto Di Chiara, il presidente del Torino Urbano Cairo ha parlato così, iniziando da una sua visione sullo stato attuale del calcio italiano: "Come abbiamo visto agli Europei, a parte il primo tempo contro l'Albania, il calcio italiano non ci ha fatto divertire. Non è in una fase positiva, nonostante la vittoria europea di tre anni fa. Ci sono molti segnali che indicano che qualcosa non va nella direzione giusta".

Sulle possibilità di crescita per una società: "Secondo me oggi dipende molto dall'attività del settore giovanile. Non solo dalla Primavera, che è la punta dell'iceberg, ma anche dai più giovani. È importante iniziare molto presto con i giovani. Buogiorno, recentemente ceduto al Napoli, cessione che mi è dispiaciuto fare, ha esordito con noi a 7 anni. Poi lo scouting è fondamentale, specialmente per squadre come il Torino che non hanno le risorse delle squadre con diritti televisivi e fatturati più alti. È fondamentale fare le cose bene per cercare di migliorare. La spinta viene dal vivaio, sono ottimista, anche se a volte è difficile competere con squadre che guadagnano cinque volte tanto".

Sulla finale di Conference: "È evidente che tifavamo per la Fiorentina e l'avremmo fatto comunque. Pensavamo che la Fiorentina potesse farcela. L'Olympiacos è stato più determinato e solido per vincere. Ora ci concentriamo su di noi, vogliamo fare bene quest'anno e alzare l'asticella. Abbiamo un nuovo mister importante, con esperienza nelle nazionali giovanili e collaborazioni con Ventura e Conte sia al Chelsea che all'Inter. Poi è stato primo allenatore allo Spartak Mosca e ha riportato il Venezia in Serie A. Ha anche i piedi per terra. Ora stiamo lavorando per costruire una squadra competitiva, i giocatori sono insieme da dieci giorni. Sul mercato stiamo lavorando".

Sulla possibilità di aver preso Vincenzo Italiano come allenatore: "Abbiamo seguito Vanoli come allenatore per un bel po' di tempo. Vagnati ha visto molte sue partite. Era il profilo che cercavamo da tempo, dopo la certa partenza di Juric dovevamo cautelarci. Italiano è bravo, lo conosco bene".

Sulle differenze con gli altri campionati: "Siamo indietro rispetto al calcio inglese e spagnolo, che 12 anni fa erano al nostro livello. Hanno fatto scelte migliori, hanno venduto intelligentemente i diritti del campionato all'estero, hanno avuto idee intelligenti dalla lega. Volevo portare il capo della lega spagnola Sabas, ma non me lo hanno permesso. Da questo punto di vista abbiamo perso terreno rispetto al 2012. Adesso dobbiamo lavorare bene con i giovani e lo scouting, ma ci sono molte nazionali con giocatori che vanno a giocare all'estero. Dovremmo migliorare le strutture, ma non solo. Ci sono società che vorrebbero costruire uno stadio ma non hanno il permesso. Stiamo costruendo un centro sportivo per i giovani, ma abbiamo dovuto aspettare molto tempo. Qualora facessimo l'U23, potrebbe essere utilizzato anche per loro. Oltre a questo abbiamo anche il Filadelfia, inaugurato nel 2017. Sono contento che sia rinato. Di natura sono ottimista, essendo imprenditore lo devo essere".

Su Spalletti: "Ho stimato molto Spalletti, ma sinceramente quest'anno mi aspettavo molto di più. Purtroppo, mi rendo conto che l'allenatore ha una mentalità diversa da quella di un selezionatore. Avrebbe potuto gestire le cose in modo diverso, spero possa trarre insegnamento dall'esperienza per il futuro. Ripartirà dai suoi errori".

Sulla possibilità del Torino di arrivare in Europa: "Secondo me, oggi, la priorità è quella di costruire una squadra velocemente, partire bene possibilmente, e poi fare un buon campionato. È presto adesso, il nostro primo obiettivo è il mercato per costruire la squadra. Ammiro sempre l'Atalanta, che dice sempre di dover fare prima 40 punti. Hanno l'atteggiamento giusto. Dobbiamo fare le cose bene, per tempo, senza esaltarsi, passo dopo passo".

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