DRAGO A RFV, Sensi? Io lo vedrei nel gioco di Italiano
Il noto allenatore Massimo Drago è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola durante la trasmissione "Chi si Compra" per parlare dell'attualità della Fiorentina: "La squadra nasce in ritiro tra i vari giocatori, è un aspetto fondamentale quando si inizia un campionato. Serve anche a fare integrare i calciatori nuovi".
Amrabat è destinato ad andare via, ma è arrivato Arthur. Cosa può cambiare?
"Uno è molto bravo con il pallone tra i piedi, l'altro è più bravo in fase difensiva. Hanno caratteristiche diverse. Per come gioca la Fiorentina, un calciatore tecnico come Arthur è fondamentale".
Con un centrocampo Castrovilli, Bonaventura e Arthur non c'è il rischio di essere troppo offensivi e con pochi muscoli in mezzo al campo?
"L'equilibrio è l'aspetto fondamentale. Io non trascurerei Mandragora: è l'unico mancino insieme a Barak e poi aggiunge muscoli a centrocampo. Quello della Fiorentina è un centrocampo completo, può abbinare fisicità e tecnica in base alla partita. È difficile ipotizzare un centrocampo titolare".
Questione portiere. Lei che idea si è fatto?
"Terracciano è sempre riuscito a ritagliarsi il suo spazio. Lui è un portiere affidabilissimo. Dipende dalla fiducia della società su Cerofolini, perché se Terracciano si infortuna o non può giocare, un secondo è importante. Lo scorso anno Cerofolini ha giocato qualche partita e ha dimostrato le sue qualità".
Che ne pensa di Sensi? Lei ci crede ancora in lui?
"Io forse sono quello che ci ha creduto di più. Quando è arrivato al Cesena io mi sono battuto per trattenerlo. Le sue qualità non si discutono, ha avuto sfortuna con gli infortuni. Io nel gioco di Italiano lo vedrei bene, è un giocatore molto spagnolo".
Gli arabi stanno dominando il mercato.
"Una volta i giocatori a fine carriera andavano a monetizzare il più possibile, ora invece ci sono delle offerte economiche irrinunciabili. È difficile rifiutare 30 milioni di stipendio. Qualche anno fa c'era la Cina, adesso l'Arabia sta facendo la stessa cosa".
Lei come vedrebbe il ritorno di Bernardeschi in Italia?
"Il calcio è un lavoro e in mezzo c'è anche la qualità di vita. Lui quando ha fatto questa scelta era per fare un'esperienza diversa. Lo stesso ragionamento lo ha fatto Messi, che ha scelto di vivere l'esperienza americana. A me non piacciono i cavalli di ritorno, quando si prende una scelta bisogna prendersi le proprie responsabilità. Troppo facile andare via e poi tornare. Anche Lukaku è andato al Chelsea ed è tornato ed ora sta facendo il bambinone".