Rastelli sui pochi giovani in B: "Spesso vengono sacrificati per i risultati ma se uno è bravo gioca sempre"

L'allenatore Massimo Rastelli ha parlato a Radio FirenzeViola durante Scanner, trasmissione di approfondimento a cura di Giulio Dini. Queste le sue parole sul fatto che in serie B si scommetta poco sui giovani: "In passato c'erano molti più giovani dei settori giovanili che avevano spazio in B, era un campionato equilibrato ma ora lo è di più e se hai dei giovani non prontissimi tendi a sacrificarli per rincorrere i risultati. Si penalizza dunque l'impiego dei giovani ma se uno è bravo e pronto gioca senza nessun problema".
Ma quali sono i giovani pronti per la B, dalla Primavera? O sarebbe meglio una C secondo lei? "Per esperienza so che le grandi squadre che hanno giocatori ritenuti più pronti cercano di piazzarli in B se non già pronti per il club di A stesso. Si manda così il giovane a farsi le ossa. Se invece si rende conto che è meno pronto lo manda in un club di serie C. Ecco perché si è parlato di seconde squadre che militano appunto in serie C. Anche perché se li mandi in prestito e giocano poco non si formano".
Serie c spesso troppo difficile rispetto alla confort zone della Primavera? "Ci sono ragazzi che escono dai settori giovanili dei grandi club abituati a strutture in cui hanno a disposizione tutto e vanno a vivere situazioni non agevoli, in campi di allenamento non perfetti, situazioni economiche problematiche... Questo può far sì che un ragazzo non sia pronto ad affrontare questo tipo di situazione anche perché la generazione di ora non è abituata a gestirla, a differenza nostra che eravamo cresciuti per strada. Anche se ha talento dunque gli vengono a mancare situazioni che a noi ci hanno reso più forti"
La B ha comunque creato campioni, tipo Insigne, Immobile e altri? "La serie B è un campionato di grande competitività ed ha permesso a tantissimi calciatori di frequentare questa categoria per anni, come accaduto a me, prima di affacciarsi alla massima serie. La B ti permette di maturare e crescere e una volta fatto il grande salto molti ci restano".
Ma ci sono anche quelli di categoria per eccellenza? "Ci può essere questo marchio ma di solito capita quando la possibilità di serie A non riesci a sfruttarla. Cosa succede, che da protagonista della serie B in A non riesci a creare le condizioni per restarci e allora torni nella serie cadetta restando etichettato come giocatore di B, non proprio per scelta insomma".
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Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
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