MACHEDA A RFV: "APOEL PARTICOLARE, MA VIOLA DI ALTRO LIVELLO. DE GEA? ERO SICURO FACESSE LA DIFFERENZA"
Molti assoceranno il suo nome al Manchester United, dove è stato una meteora che prometteva di lasciare il segno (memorabile il suo gol all'esordio a Old Trafford). Invece la sua carriera è legata perlopiù a quei ricordi, con un'esplosione mai arrivata e un lungo girovagare per l'Europa. Federico Macheda, detto "Chicco", oggi gioca in Grecia all'Asteras Tripolis, ma recentemente è passato anche dall'Apoel Nicosia, avversario odierno della Fiorentina. Di cui lo stesso ex Lazio parla in esclusiva a Radio FirenzeViola: “Il mondo Apoel è molto particolare. Stiamo parlando della squadra più grande di Cipro. È un mondo molto bello perché molto caldo, ha una tifoseria importante e una squadra che ha fatto tante coppe europee, anche la Champions. Parliamo di una squadra di un’isola ma è un club grandissimo, per la storia che ha avuto e la tifoseria che ha merita rispetto”.
Che squadra è l’Apoel di oggi rispetto ai suoi trascorsi (2023, ndr)?
“Hanno cambiato tanti giocatori in questi due anni. Ne conosco qualcuno, è una squadra imprevedibile. Ma di una qualità diversa rispetto alla Fiorentina. Se i viola giocano come ultimamente, parliamo di due livelli diversi. Però la storia dell’Apoel dice che a volte, nelle partite europee, si trasforma. Gioca in casa, ha lo stadio che spinge e non è un campo facile da affrontare”.
I giocatori più temibili?
“I due esterni d’attacco sono molto bravi: Marquinhos e Ndongala sono imprevedibili. Poi c’è Belec in porta che ha giocato in Italia, ma se c’è un reparto in cui sono forti è quello degli esterni”.
In Conference c'è anche il Panathinaikos. È stata una bella parentesi della tua carriera. Può dire la sua in questa coppa?
“Non lo so. Queste competizioni sono strane, ma come squadra è molto attrezzata. Ha giocatori con esperienza, ha iniziato un po’ male tra campionato e Conference ma il cammino è lungo, quando acquisti fiducia poi un paio di partite possono cambiare tutto. Col Chelsea la differenza era troppo evidente, quindi non so se può arrivare fino in fondo. Sicuramente come qualità, Chelsea e Fiorentina hanno un altro passo”.
Alla Fiorentina invece è arrivato De Gea, suo grande amico. Se l’aspettava una scelta del genere?
“Con David ho ottimo rapporto. Eravamo giovanissimi quando ci siamo conosciuti a Manchester, uscivamo spesso insieme e negli anni abbiamo mantenuto il rapporto. Ci siamo rivisti proprio a Manchester nel suo ultimo anno, e ci sentiamo spesso. È un ragazzo d’oro e la delusione di aver lasciato lo United per lui è stata grande, dopo tutto quello che aveva fatto. Aspettava la chiamata giusta che gli desse motivazione e quando si è presentata la Fiorentina ha percepito questa sensazione. Adesso sta dimostrando ancora una volta il grande campione che è”.
E se l'aspettava avesse un rendimento così alto da subito?
“Aspettarmelo sì, ma dopo un anno fermo perdi il ritmo partita ed è normale che qualche dubbio sorga. Ma conoscendo il professionista che è, nonché le sue qualità, ero strasicuro che nella sua prossima destinazione avrebbe fatto la differenza”.
Lei è un figlio di Roma e della Lazio, come Cataldi. Ha un rapporto più stretto anche con lui?
“Danilo non l’ho conosciuto a livello calcistico, ma ci siamo sentiti al telefono un paio di volte perché abbiamo amici in comune. Da laziale, vedere un ragazzo cresciuto interamente lì andare via da Roma è dura, però il calcio è così. Ha fatto una scelta basata anche sulle sue qualità, la Fiorentina gioca un calcio che gli si addice e spero possa fare altrettanto bene, perché è un bravissimo ragazzo e un ottimo giocatore”.
Un giudizio su questa Fiorentina e su Moise Kean, che si sta ritrovando?
“La Fiorentina sta sorprendendo. Gioca un calcio propositivo e ha giovani con voglia, che corrono. Palladino ha idee molto importanti. Kean? Il ruolo dell’attaccante è molto complicato. Ha giocato in piazze importantissime e con grandi campioni. Quando giochi con loro, questi vogliono essere super esaltati. E lui, anche avendo fatto bene, nelle sue vecchie esperienze ha trovato queste difficoltà. Però l’avvio avuto a Firenze è molto importante, si vede che è un ragazzo a posto, che vuole mettersi in gioco. È un bene sia per la nazionale che per la Fiorentina, sono felice quando vedo attaccanti che cambiano ambiente, ci provano e ci riprovano. E quando trovano la piazza giusta si esprimono a questi livelli”.