NON C'È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE

13.03.2020 00:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
NON C'È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE
© foto di Gaetano Mocciaro

Mentre tutto il mondo si rende via via conto di cosa significa dover fare i conti con il Covid-19, c'è ancora chi ha gli occhi foderati di prosciutto o comunque chi non vuole vedere volgendo lo sguardo lontano dal pericolo che ha già trasformato una epidemia in una pandemia. Ovviamente si tratta dell'UEFA, che ieri sera ha fatto giocare regolarmente gran parte delle partite in programma valide per gli ottavi di finale di Europa League senza intravedere ciò che potrebbe succedere nel corso delle prossime ore. 

L'Italia è stata solo sfortunata a essere il primo Paese colpito dal Coronavirus, gli altri Stati però ci stanno seguendo a ruota. Contagi ed emergenza si sono estesi dappertutto e voler continuare per forza a disputare le partite internazionali per provare a tenere in piedi un programma fittissimo e da tempo troppo ingolfato, è da inscoscienti. Le istituzioni del calcio italiano hanno anticipato i tempi pur essendo in ritardo e ha fatto da apripista per tantissime Federazioni in giro per il mondo. Ed è proprio dall'Italia che è partita la prima richiesta all'UEFA in merito al blocco delle partite e al rinvio di EURO 2020.

Oggi il presidente Ceferin aveva l'occasione di anticipare di qualche giorno una decisione che è comunque già stata presa e invece ha preferito rimandare tutto a una riunione in videoconferenza che si terrà solo il prossimo 17 marzo. Quanto sarebbe stato importante una presa di posizione dell'organizzazione calcistica più importante al mondo? Se anche l'NBA ha deciso di fermarsi al primo caso di giocatori contagiati, come può l'UEFA far finta di niente e aspettare ancora? 

Il calcio non può essere più importante della salute di tifosi e giocatori, ormai lo hanno capito tutti. Anche i muri. Tutti tranne l'UEFA. La speranza è che ora che la situazione si fa ogni giorno più critica anche fuori dai nostri confini, #stareincasa diventi un motto condiviso anche nel mondo del pallone in giro per l'Europa, come è già successo in questi giorni in quello nostrano. È troppo importante che i mondo si dia una mossa ad arginare il pericolo legato a questa maledetta influenza. Fermare il presente per costruire un nuovo futuro. Andrà tutto bene, dice il motto coniato per le strade delle città italiane. Però per far sì che ciò accada, tutti, anche l'UEFA, dovranno fare la propria parte e andare oltre alla cecità dimostrata in queste settimane.