PRES. VIOLA CLUB NY A FV, Commisso? Felici al 60%

25.05.2019 18:30 di  Dimitri Conti  Twitter:    vedi letture
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© foto di Dimitri Conti

C'è un filo che lega Firenze a New York. E si è cominciato ad intravedere nelle ultime ore. Infatti la notizia della possibile vendita societaria della Fiorentina, che passerebbe dalle mani della famiglia Della Valle a quelle dell'italo-americano Rocco Commisso, è stata certamente la più importante della giornata. Perciò noi di FirenzeViola.it abbiamo deciso di percorrere questo filo da un capo all'altro, per respirare gli umori newyorkesi e le reazioni oltre oceano alla notizia, e abbiamo contattato in esclusiva Alessandro Sisto, presidente del Viola Club New York.

Qual è stata la vostra reazione alla notizia?
"Ci sono sentimenti contrastanti. Da una parte saremmo molto contenti se la Fiorentina potesse venire più spesso qui da noi, e in più Commisso non è un novellino, è messo bene economicamente. La cosa che però ci lascia più stupiti è che sia juventino dichiarato. E questo ce lo ha confermato un nostro consigliere, al quale lo disse proprio Commisso in persona. Per carità, neanche i Della Valle hanno mai mostrato una grande fede, considerando che poi si sapeva che Diego fosse interista. Ma un po' di attaccamento ai colori andrebbe mostrato".

Nessuno stupore nel leggere il New York Times, quindi?
"Qui sappiamo ormai da tanto tempo che la Fiorentina è stata messa in vendita tramite alcune banche. Non so se sia stato fatto finalmente il passo, o sia solo uno specchietto per le allodole che possa consentire l'avanzata di un altro nome. Di certo qualcosa sembra essersi mosso. Non conosco Commisso di persona ma so che aveva già chiesto per altre squadre italiane, voleva già entrarci. Penso poi che l'acquisto di CR7 della Juve abbia cambiato un po' di cose, partendo dai diritti tv: oggi per esempio la Serie A la si può vedere bene su ESPN, vengono approfondite le partite e le città. Ci sono molti problemi che tutti conosciamo, ma forse qualcosa è stato già sbloccato".

Si parla molto di un brand legato alla città di Firenze. Quanto si può dire che questo esista, negli States?
"Qui negli USA la città di Firenze è più conosciuta di Milano, giusto per dirne una, o comunque di altre che magari nel calcio sembrerebbero essere più importanti. Anche nei paesini di campagna la conoscono, e in generale c'è un sentimento di ammirazione nei confronti di Firenze. Questo sicuramente può dare una marcia in più, a maggior ragione se si pensa anche alla campagna di Dream Loud a Times Square. L'unico vero problema che mi viene in mente è di sistema, penso per esempio ai diritti tv con i quali non si sa mai cosa succederà. Questo non dà la stessa professionalità di altri campionati al nostro calcio".

Da proprietario dei Cosmos c'è qualche indizio su quale potrebbe essere il modello di gestione viola con Commisso?
"Ricordo che si sono rilanciati qualche anno fa, anche se in città a livello calcistico ci sono i New York City FC e i New York Red Bull a farla da padroni. Me ne accorgo dalle campagne incredibili che fanno: lanci di marketing, pubblicità... Le classiche cose che ti fanno conoscere da tutti. Posso dire però che già negli ultimi anni ci si era accorti di qualcosa, perché i Cosmos stanno provando a fare da aggregatori del calcio italiano nella città. Per esempio per la Festa della Repubblica c'è un torneo che coinvolge tutte le associazioni sportive della città, organizzato da loro".

Sisto, in conclusione: sareste felici o meno di un'ipotetica cessione a Commisso?
"Direi al 60% contenti e al 40% con qualche dubbio che ci rimane. Prima di ogni altra cosa il fatto che sia un tifoso della Juventus. Se i Della Valle però devono tenere la squadra in questa maniera, allora è bene che vendano. In tanti anni non hanno gestito male la società, se si eccettuano due o tre annate, poi però si sa che i fiorentini qualcosa vorrebbero sempre vincere. Ora come ora in ogni caso sono più preoccupato di non retrocedere. Temo che in B i costi di cessione sarebbero nettamente inferiori per provare a ripartire, e spero proprio che non ci sia un tacito accordo all'italiana dietro".