ROCCATI A FV, 1-0, che sbaglio in difesa. Il portiere e i piedi...
La sconfitta in cui è incappata ieri la Fiorentina a Milano continua a far discutere e in particolare il tifo si sta dividendo nel dare più o meno colpe a Pietro Terracciano, autore all'82' dell'errato rinvio che ha permesso poi a Leao di segnare il gol vittoria, dopo un'errata lettura della difesa e un secondo errore del portiere al momento del tiro del portoghese. Per capire realmente dove finiscano le responsabilità del numero 1 viola e inizino quelle di Milenkovic e compagni, Firenzeviola.it ha chiesto un parere all'ex estremo difensore della Fiorentina ed attualmente preparatore dei portieri Marco Roccati.
Roccati, come valuta in generale la frittata collettiva di San Siro a 8' dalla fine?
"Di base questi errori vengono determinati sia dallo sbaglio del portiere che da una lettura sbagliata di tutta la squadra. Tanto per capirsi: l'errore di Radu è molto diverso, è stato "tecnico" e tutto è dipeso dalla sua scelta sbagliata. Ieri invece ci sono state concause di reparto, non ha tutte le colpe Terracciano: serve un’analisi a tutto tondo".
Ormai molte squadre amano costruire "dal basso": le piace questa pratica?
"Questa scelta tattica degli allenatori è diventata ormai una moda. Così facendo in questi anni il portiere si è evoluto molto ma a differenza di altre innovazioni che spesso sono temporanee non penso che questa sarà una moda destinata a durare poco ma modificherà l’approccio complessivo verso il gioco degli estremi difensori. E magari, spero, anche la mentalità".
Si spieghi.
"In Italia si tende sempre a trovare un colpevole e a puntare il dito quando una squadra subisce gol. Il portiere, essendo l’ultimo, è quello che si prende più responsabilità. Ma penso vada tenuto conto di un aspetto: se guardo le palle che tocca un portiere coi piedi e tenessi la media tra quelle che gestisce lui e ogni altro calciatore di movimento in campo, contando gli errori tecnici come stop o passaggi, il portiere è quello che alla fine ha la media errore più bassa. E allora perché poi si prende sempre la colpa delle reti incassate? Perché in definitiva i suoi errori sono quelli che risultano i più fatali. All’estero non c’è sempre la ricerca del colpevole nel portiere, mentre noi in Italia abbiamo questo limite".
Tornando alla rete di Milano, che percentuali dà all'errore del portiere?
"E' vero, Terracciano sbaglia il rinvio, ma la difesa sbaglia a non accorciare e lui, forse con in testa il rilancio sbagliato che ha messo in pericolo tutta la squadra, ha poi fatto un errore grossolano sul tiro in porta di Leao. Forse più grave del rilancio stesso. Penso che se Pietro non avesse sbagliato il passaggio e l'azione da gol si fosse sviluppata in altro modo, avrebbe parato con più lucidità".
La costruzione dal basso è dunque un esperimento da incentivare o no?
"Io credo che ci dovrebbe essere un ritorno al calcio dove il portiere deve pensare solo a parare: coinvolgerlo così tanto non porta poi così tanti vantaggi. Certo, chi gioca adesso in Serie A arriva da un percorso diverso rispetto a quello che facevo io: le nuove leve che si affacciano al calcio ora arrivano già da un calcio evoluto e sono cresciute con la palla tra i piedi. Col tempo ci sarà un adattamento sempre migliore ma ci viole tempo. Già oggi tutti gli allenatori nei vivai fanno lavorare i portieri con la squadra, cosa che personalmente non condivido molto".