CALCIO, In Italia nel pre-Covid fatturato da 5 miliardi
Attraverso il rapporto annuale sul calcio italiano sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL e PwC, denominato "ReportCalcio", la FIGC pone l'accento sull'impatto che la pandemia ha avuto sullo sport più amato d'Italia. L’obiettivo del documento, infatti, è quello di rappresentare i numeri che caratterizzano il Sistema Calcio, descrivendone la dimensione, la struttura e l’articolazione, insieme all’analisi dei principali trend e alla previsione sulle evoluzioni future del settore, al fine di fornire un supporto strategico per accompagnare i programmi di crescita del calcio italiano.
Nell’era pre-COVID il calcio italiano poteva contare su 4,6 milioni di praticanti e 1,4 milioni di tesserati per la FIGC, per un totale di circa 570.000 partite ufficiali disputate ogni anno (una ogni 55 secondi) e un impatto socio-economico stimabile in 3,1 miliardi di euro. Uno sport che rappresenta la grande passione degli italiani, con oltre 32 milioni di tifosi, pari al 64% della popolazione italiana over 18, e un asset fondamentale del mercato dei broadcaster, con 50 partite di calcio tra i primi 50 programmi televisivi più visti della storia della tv italiana (tra cui 47 partite della Nazionale). A livello economico, prima dell’emergenza sanitaria il sistema calcio produceva un fatturato diretto stimabile in 5 miliardi di euro, il 12% del PIL del football business mondiale, con un impatto indiretto e indotto sul PIL italiano pari a 10,1 miliardi e oltre 120.000 posti di lavoro attivati. A livello fiscale e contributivo, il solo calcio professionistico ha prodotto nel 2018 un gettito complessivo pari a 1,4 miliardi di euro, circa il 70% del contributo fiscale generato dall’intero sport italiano. Complessivamente negli ultimi 13 anni la contribuzione ammonta a circa 14 miliardi di euro, e per ogni euro ‘investito’ dal Governo italiano nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a € 17,3.