LA VIOLA FA 13 MA PERDE GUD. PALLADINO NON C'È MA I SUOI RAGAZZI SI

21.10.2024 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
LA VIOLA FA  13 MA PERDE GUD. PALLADINO NON C'È MA I SUOI RAGAZZI SI

Non so se sono stati sparati anche i fuochi di artificio, forse no ma solo perché era ancora giorno, ma il pomeriggio di ieri porta con se qualcosa di epico, qualcosa che potremo raccontare ai posteri tronfi nel poter dire “io c’ero”, forse qualcuno si sarà pure tatuato il risultato ma il 20 ottobre evoca ricordi indelebili per quella vittoria magnifica per 4-2 sui gobbi e nel pomeriggio salentino abbiamo trovato il modo di festeggiare alla grande, alla grandissima direi visto il risultato, la ricorrenza. I fuochi di artificio li hanno fatti in campo i ragazzi viola perché il risultato tennistico conferma che la Fiorentina potrebbe aver trovato una linea da seguire, una formazione ed uno schema sul quale puntare d’ora in avanti. Avevo scritto che ero preoccupata che i nostri potessero snobbare la gara dopo la bella vittoria contro il Milan, ma sono stati bravi a presentarsi al Via del Mare belli tonici e uscirne avendo fatto 13, come i punti attuali in classifica.

Non me ne vogliano Gotti e i leccesi, ma loro hanno veramente creato poco per dare un senso alla loro partita e mi pare che De Gea abbia fatto al massimo una-due parate ma senza affanno. Come avversario sono stati molto leggeri e hanno pure giocato metà della gara in dieci per l’espulsione di Gallo nei minuti finali del primo tempo dove, comunque, la Viola era già in vantaggio per 0-2 con i primi gol in viola di Cataldi e Colpani. Vi ricordate una vecchia pubblicità di un gelato che recitava “du gust is megl che uan”? Ecco, i nostri centrocampisti hanno preso alla lettera questo motto ed entrambi hanno messo a segno una doppietta per quella che è stata per loro, per la squadra tutta e noi tifosi, una bellissima serata.

Sono molto contenta che sia arrivata la prima vittoria in trasferta perfezionata inoltre dalle reti fatte da Beltran e Parisi, pure il difensore al primo gol in maglia viola. Tante prime volte che non si scordano mai ma mi piace soffermarmi sull’argentino che, purtroppo, è stato ed è ai margini delle gerarchie del tecnico ma che è sceso in campo col piglio giusto aiutando i compagni, da un suo recupero nasce il secondo gol viola, e se stesso perché è meritatamente andato a segno nella quinta marcatura gigliata. Non so quale possa essere il suo ruolo, la sua collocazione nei progetti di Palladino ma trovo che questo ragazzo sia comunque corretto, pronto alla bisogna (qualche volta non è stato proprio il massimo, come succede a tanti) senza mai fare una polemica.

Il suo utilizzo però non può essere troppo esaltato perché è coinciso con l’unica nota stonata della giornata di ieri e cioè l’infortunio di Gudmundsson. Se consideriamo che la fortuna è cieca, la sfiga ci vede molto bene perché ha mirato dritto verso la gamba del nostro calciatore migliore, proprio nel momento in cui aveva preso il verso giusto la sua avventura viola. Mi auguro che l’infortunio sia di poco conto, come lo sia per Kean che non è rientrato nel secondo tempo, perché nel cammino appena iniziato, nell’impianto della nuova Fiorentina di Palladino, i nostri attaccanti sono fondamentali, anche perché gli unici forti.

Continuano a fare bene anche il resto dei titolari, da una difesa che non è stata però quasi mai impegnata, ai centrocampisti goleador o meno, agli attaccanti titolari o meno. L’unico appunto, giusto per trovare qualcosa su cui polemizzare (altrimenti pensano che non sia io!) è il gesto scellerato di Ranieri, pure capitano, che sul risultato di 0-6 va vicino al farsi espellere. Inserire il cervello oltre ai muscoli, no? Tutto è bene quel che finisce bene, ma ha rischiato grosso.

Un’altra piccola cattiveria concedetemela e riguarda Biraghi, che mi pare abbia perso il posto da titolare ma anche quello di subentrante visto che Citterio, il vice Palladino che era in tribuna e che può restarci visto che porta buono (scherzo eh!), gli ha preferito Parisi che ha pure segnato. Crudele destino, ma quello che conta sono le sorti viola e il nostro ex capitano se ne farà una ragione perché la squadra che ha giocato ieri pare quella più funzionale e competitiva e bene ha fatto il Mister a sterzare sul nuovo schema e sui nuovi arrivati.

La Signora in viola