SOTTIL 3.0 E LA RESPONSABILITÀ DI PALLADINO. IL TECNICO E LA RICERCA D'EMPATIA CON IL GRUPPO

26.06.2024 00:00 di  Lorenzo Marucci   vedi letture
SOTTIL 3.0 E LA RESPONSABILITÀ DI PALLADINO. IL TECNICO E LA RICERCA D'EMPATIA CON IL GRUPPO
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Dovrà essere l'anno di Riccardo Sottil. Quante volte in questi anni lo abbiamo detto e sperato, guardando le potenzialità enormi di questo calciatore. Mezzi tecnici, velocità, dribbling, strappo: a Sottil in effetti non manca nulla, il suo repertorio è ampio e di valore. Il campo poi però spesso ha messo a nudo alcune criticità, legate ad una mancanza di continuità e di concretezza che lo hanno reso, a volte in maniera anche esagerata, il bersaglio delle critiche. Adesso però in vista della stagione che sta per iniziare si torna a dire per l'ennesima (e forse ultima volta): potrà e dovrà essere l'anno di Sottil. In conferenza stampa è stato proprio Palladino ad alimentare questa sensazione-speranza. "Per me è molto forte, è uno di quei calciatori che quando affronti da avversario hai tanto timore e paura che ti possano far male. Sono quei calciatori che mi piacciono molto".

Il nuovo tecnico della Fiorentina poteva in teoria anche fermarsi qui con gli elogi e invece, a testimonianza di quanto sia stato colpito dall'esterno viola, ha voluto aggiungere che Sottil "ha qualità, estro, fantasia, strappo". Doti che sono state in effetti riconosciute da tanti allenatori, non solo da Italiano ma anche da Roberto Mancini che addirittura nel 2019 pensava di convocarlo in Nazionale. Ma ora le parole pronunciate da Palladino dovranno dare ancora più carica a Riccardo. Adesso che l'esterno viola ha compiuto 25 anni - l'otto giugno scorso - ci si aspetta che possa finalmente trovare anche dentro di sè la forza per poter lasciare il segno. Di sicuro dovrà essere abbandonato anche dalla sfortuna, considerato che l'anno scorso è stato bloccato dal guaio alla schiena e quest'anno nel finale (quando pareva essersi acceso) dalla rottura della clavicola.

Palladino vuol provare a vincere questa sfida e sa che dovrà lavorare anche sulla testa del giocatore: "Dovrò essere bravo a trovare la chiave giusta per farlo rendere al meglio. In questo mi prendo io la responsabilità". E qui allargando il discorso e prendendo spunto da altre sue dichiarazioni, emerge un altro aspetto del nuovo tecnico della Fiorentina, ossia la volontà di dialogare con i giocatori, di confrontarsi con loro per trovare progressivamente un'empatia che potrà essere una compagna di viaggio preziosa. Anche Italiano dialogava con i suoi giocatori, provando però a scuoterli con le buone o con le cattive: l'impressione è che a volte indossasse più i panni del sergente di ferro o comunque dell'allenatore che ha abbandonato da vari anni il ruolo del calciatore. Palladino, pur mantenendo l'autorità assoluta dell'allenatore, potrebbe essere a volte anche una sorta di confidente, da fresco ex calciatore. "Dobbiamo essere una famiglia", ha detto. E ha anche aggiunto: "Devo amare ogni giorno i miei giocatori, perché poi in campo devono dare tutti il cento per cento". Si riparte insomma da qui, da questa sintonia, o meglio unione, che dovrà essere totale tra l'allenatore e il gruppo. In attesa, ovviamente, dei rinforzi.