Alessandro Beatrice ricorda il padre Bruno: "Lotto per lui con la forza che mi ha dato mia mamma"

Alessandro Beatrice ricorda il padre Bruno: "Lotto per lui con la forza che mi ha dato mia mamma"
Oggi alle 16:21Primo Piano
di Redazione FV
fonte dal nostro inviato- L. Marucci

Una giornata nel ricordo di Bruno Beatrice. Dal palazzo della Regione Toscana un evento per ricordare il calciatore della Fiorentina scomparso prematuramente all'età di 39 anni. Era il dicembre 1987. Sono passati quasi quarant'anni e la ricerca della verità non si è fermata nemmeno oggi, giornata in cui era in programma l'evento e in cui, fatalmente, è scomparsa la moglie di Bruno, Gabriella Bernardini. A parlare dell'ex viola ma anche di Gabriella, è il figlio Alessandro Beatrice, intervenuto a Radio FirenzeViola: "Oggi per noi è una giornata unica e importante, che rimarrà nel nostro cuore. E' stato giusto fare questo evento per mia mamma, Gabriella. Dobbiamo portare avanti quanto ha fatto lei, la sua grinta. Non potevo non mantenere le sue volontà, il treno non si ferma. Continua forte e carico il nostro lavoro. L'obiettivo è cercare la verità e la giustizia. Come dice un mio amico "Per fermarci ci devono sperare". Il fatto che la Regione Toscana ci appoggi è importante. Questo è un sodalizio più unico che raro. Son passati tanti anni dal 1987, quando babbo se ne andò. Ma era nel 1975 quando gli furono somministrate per la prima volta queste maledette radiazioni. La Regione sta facendo un passo importantissimo. Siamo un treno che continua ad andare e ci stiamo ingrandendo. Più siamo grandi e più è difficile fermarlo. Non posso dire a che punto siamo nella ricerca della verità, ma andiamo avanti. Io non sono un testimone, sono un figlio che non si è potuto godere suo babbo per colpa di trattamenti scellerati fatti consapevolmente da alcuni professionisti".

Un ricordo su Gabriella Bernardini, la madre, scomparsa oggi: "Quando c'era bisogno di sostenere la famiglia Beatrice nel cercare di dare forza una donna che ai tempi aveva due bambini nessuno si è fatto vedere. Lei è andata da sola contro il mondo. Il ricordo che ho di lei è questo. Ha subito tante botte e falsità. Non c'è quasi mai stato un aiuto per questa donna, perché era vietato parlare di morti nel calcio. Soltanto chi l'ha conosciuta sa che donna era".