Gud e Zaniolo dietro a Kean, serve il coraggio della qualità: Panathinaikos attaccabile con il 4-3-2-1. Conference vitale per salvare il finale di stagione. Palladino eviti i confronti con il passato e pensi meglio al presente. E su Terracciano...

Gud e Zaniolo dietro a Kean, serve il coraggio della qualità: Panathinaikos attaccabile con il 4-3-2-1. Conference vitale per salvare il finale di stagione. Palladino eviti i confronti con il passato e pensi meglio al presente. E su Terracciano...FirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Angelo Giorgetti

Consiglio non richiesto alla Fiorentina, fra bicchieri mezzi pieni e classifica mezza vuota: voli bassa con le parole, faccia un esercizio di umiltà in conferenza stampa, eviti confronti pseudo trionfali con il passato e giovedì pensi a battere il Panathinaikos. Lo sfratto anticipato dalla Conference sarebbe un gigantesco problema, la prospettiva in Europa allungherebbe almeno il brodo della minestra italiana scesa all'ottavo posto sul menù, a cinque punti dall'Europa League e uno proprio dalla Conference.

Ora, chi scrive vorrebbe francamente evitare il quarto anno consecutivo in una Coppa che ha un folcloristico percorso e un livello che si alza davvero solo nella fase degli scontri diretti, sicché sarebbe difficile emozionarsi per la gloriosa lotta che vale il settimo posto in campionato. Battaglia che comunque sarebbe con la Roma (che ha vinto le ultime cinque), mentre a un punto della Fiorentina è risalito il Milan. Quindi per niente semplice e che peccato ricordarsi che alla tredicesima giornata la Fiorentina era seconda, a un punto dal Napoli, attestandosi in zona Champions fino al diciottesimo turno. Per chiudere il discorso, ricordiamo che gli evitabili confronti con il passato _ mai molto chic _ comprendono ora anche il record delle otto sconfitte nelle ultime sedici partite, un primato negativo che resisteva da venti anni.

La sconfitta di Napoli ha portato se non altro entusiasmo nelle parole di Palladino, il quale ha visto un'ottima prestazione. I dati raccontano di 9 tiri in porta del Napoli e due della Fiorentina, ci sarebbero poi 60 minuti abbondanti di sofferenza prima del segnale di ripresa che ha portato, se non altro, alla bella combinazione Kean-Gudmundsson per il gol del 2-1. Si riparte dalla convinzione che il gioco della  Fiorentina sia in crescita e verrebbe da aggiungere 'meno male' visto che il campionato è cominciato da 7 mesi, ma non stiamo qui a soppesare le parole dette a caldo dopo una partita, quando l'adrenalina è ancora in circolo.

Pensiamo a quelle che saranno pronunciate a freddo prima del match contro il Panathinaikos, ci auguriamo una conferenza stampa basata sull'umiltà e la gravità calcistica del momento. Siamo di fronte al Bivio dei Bivi, perché tante aspettative si erano sommate sulla Fiorentina e il mercato di gennaio le ha puntellate, prima delle cinque sconfitte in sei partite. Ora più dell'evoluzione del gioco contano i risultati, per cui avendo la certezza che saranno ignorate proviamo a buttare giù alcune considerazioni sulla partita di giovedì. Perché nei momenti decisivi serve il coraggio della qualità, visto che la Fiorentina ora ne molta di più all'interno della rosa e lo stesso allenatore ha fatto riferimento a questo sostantivo poco utilizzato  nei mesi passati, a proposito del gioco. Sempre vicina _ eppure lontana come impianto di gioco _ dal decollo, la Fiorentina può sperare di innescarlo solo con i migliori giocatori che ha in rosa. Questa squadra per crescere deve giocare, non aspettare e ripartire.

Rispetto per il Panathinaikos, che però in Italia sarebbe nella parte destra della classifica non troppo distante da chi spera di non essere coinvolto nella lotta per non retrocedere. E' in vantaggio e una tattica conservativa lo favorirebbe, visto che i greci hanno dimostrato di saper usare bene il contropiede. Palladino ha ultimamente scelto il 3-5-2, che ha almeno il vantaggio di avere un centrocampo più attrezzato senza la fragilità dei due mediani che tanti problemi ha causato in passato.  Ci sono dei segnali di difficoltà però: Dodo a destra mostra chiari sintomi di usura per il pendolarismo a tuttafascia e dietro di non ci sono ricambi all'interno di quel modulo, a sinistra Gosens è super ma deve essere gestito (infatti era in panchina a Napoli). Pongracic inoltre continua a mostrare limiti nella difesa a tre, esattamente come Comuzzo. Non vorremmo sbagliare, ma a parte quella con il Lecce non ricordiamo altre vittorie ottenute con la difesa a tre...

Insistiamo nel sogno di mezza estate (quella passata) immaginandoci un 4-3-2-1 che abbia Zaniolo e Gudmundsson alle spalle di Kean, un quasi tridente offensivo liberato da molti compiti di copertura. A proposito di Zaniolo, che abbiamo visto poco e in ruoli non proprio ideali (centravanti al posto di Kean e sulla fascia), lo immaginiamo trequartista fra le linee, in modo da sfruttare l'esplosività per cercare lo scambio e/o il tiro. Certo che l'attacco dovrebbe essere sostenuto in modo diverso dal centrocampo _ che migliorerà con il rientro di Adli e Folorunsho e in più rispetto al passato ha Fagioli _ ma in questo momento la Fiorentina deve saper estrarre quello che ha di buono nella rosa, proprio per dare quella svolta che tutti aspettiamo. Siamo a metà marzo, meglio tardi che mai.

Chiusura su Terracciano, che non giocava da tre mesi e nella gara di andata non è stato un protagonista positivo. C'era probabilmente di mezzo una promessa e Palladino l'ha rispettata, anche se ora fa capire di non aver ancora scelto il portiere per la partita di ritorno. Questo vuol dire che molto probabilmente giocherà De Gea. E Terracciano? Gestire un gruppo è forse la parte più difficile per un allenatore e anche da questo punto di vista Palladino si è fatto molta esperienza, ma senza essere impeccabile nelle scelte.