Lasciare da parte la rabbia e pensare al campo. Il mercato è partito ma sia Kean che De Gea non resteranno a prescindere. La qualificazione alla Conference non può bastare, vincerla vorrebbe dire trattenere tutti i big

Finalemente si torna in campo. Gli ultimi giorni, per forza di cose, sono stati molto particolari per la Fiorentina ma adesso è arrivato il momento di lasciare da parte la rabbia e il fastidio per una gestione del rinvio e dello slittamento della partita contro il Cagliari e pensare solo e soltanto alla cosa che conta di più in questo momento, tornare a fare tre punti dopo due pareggi consecutivi che hanno lasciato molto amaro in bocca ai viola, per un motivo o per l'altro. Inutile guardarsi indietro, sia pensando a Milan e Parma, a quello che sarebbe potuto essere e non è stato, che alle difficoltà logistiche trovate nel rimanere due giorni in più in Sardegna. Il presente parla di una partita da vincere a ogni costo, per tenere il passo di chi ha già vinto e di chi oggi probabilmente vincerà. C'è un'Europa da guadagnarsi, per la prossima stagione, che varrebbe prestigio ma anche la permanenza dei giocatori chiave della rosa.
Le parole di Commisso e i fatti che saranno fondamentali.
Partiamo da un fatto chiaro: la qualificazione alla prossima Conference League, quella che sarebbe la quarta conseutiva, non deve essere vista come l'obiettivo primario da centrare, e ci mancherebbe altro, visto che probabilmente non basterebbe a convincere i big, due su tutti, a rimanere a Firenze anche nella prossima stagione. Nelle scorse ore, a Cagliari, e questa ormai è una cosa nota, Rocco Commisso ha avuto un colloquio, insieme alla dirigenza, con Moise Kean, nel quale si è parlato del futuro dell'attaccante. Parole che però non basteranno, come del resto non basterebbero neanche i soldi messi sul piatto per un rinnovo di contratto meritato a suon di gol, servono i fatti. I fatti che portano alla qualificazione o all'Europa League o alla Champions. Inutile nascondersi dietro un dito, per convincere sia il centravanti italiano che David De Gea servirà centrare un obiettivo che non viene centrato da tanti anni.
Due strade.
Per farlo la FIorentina ha due porte da poter varcare: la prima è quella relavita al campionato, con le prossime sei gare che dovranno dimostrare che i miglioramenti visti soltanto a sprazzi siano una realtà nella continuità, la seconda è quella che porta alla vittoria della Conference League. Questo sarebbe probabilmente il modo più bello per tornare a giocare l'Europa League, spezzando una maledizione che negli ultimi due anni ha tolto il sonno, almeno per qualche giorno, ai tifosi, dopo le finali perse contro West Ham e Olympiacos. Kean e De Gea non resteranno alla Fiorenitna a prescindere da come andranno le cose, perché in campo hanno dimostrato, in questa stagione, di meritare i palcoscenici più importanti. Sia chiaro, il finale di stagione dipenderà anche da loro due, dai gol del primo e dalle parate del secondo, per nove partite che varranno il futuro, e che potrebbero portare al raggiungimento di alcuni traguardi che a inizio stagione sembravano molto complicati da centrare.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati