Nicolò Fagioli racconta la sua rinascita a Firenze: "Mi sono riappropriato della mia vita"

Nicolò Fagioli racconta la sua rinascita a Firenze: "Mi sono riappropriato della mia vita"FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
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di Redazione FV

Il centrocampista della Fiorentina Nicolò Fagioli ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva al quotidiano sportivo Il Corriere dello Sport in cui si è raccontato, dagli esordi con la Juventus alla squalifica, fino alla rinascita con la maglia viola a Firenze. Queste le sue parole a partire dal paragone con Luka Modric: "Colpi alla Modric? Eh no, non ancora. Ma chi lo dice, il mister Allegri? Li ho in allenamento... Allegri lo stimo tanto anch’io, mi ha fatto crescere e nel periodo della squalifica mi è stato molto vicino". 

Ha affrontato quei mesi con lo spirito del post-infortunio? 
"Non ero infortunato, no, e non mi sono mai raccontato bugie. È stato altro. Un bene e un male. Perché potevo lavorare, correre e fare palestra, ma sapendo che non avrei giocato". 

Per altri motivi ma è ciò che sta succedendo a Bove
"Quella roba lì. Ci conosciamo dall’Under 21, Edo è un bravissimo ragazzo. Mi rendo conto di quanto gli manchino il campo, la partita. Però è con noi, l’abbiamo sempre accanto". 

Dopo aver toccato il tema della squalifica per scommesse, Fagioli parla della sua rinascita, soprattutto a livello umano, a Firenze e delle difficoltà nel lasciare la Juventus dopo undici anni
"Sono sereno. Mi sto divertendo, il divertimento è la base di ogni cosa, avverto anche il peso delle responsabilità e, devi credermi, è piacevolissimo. L’assenza dal campo, il grande vuoto mi ha fatto recuperare la passione. Mi sono riappropriato della mia vita... Alla Juve sono stato undici anni, quando a fine dicembre ho deciso che me ne sarei andato mi sono sentito più leggero. Ma nel momento dell’addio ho pianto. Ho pianto senza accorgermene, quel giorno mi sono reso conto che si chiudeva una lunga fase della vita, lasciavo i posti, i compagni, il tragitto di tutti i giorni. È stato traumatico. La Fiorentina mi ha accolto con tanto affetto e la novità ha finito per prevalere sul resto". 

Il centrocampista classe 2001 racconta poi di come alla Juventus fosse sempre considerato, così come Kean, il ragazzo della Next Gen e come questa situazione gli stesse stretta
"La partenza da Torino mi ha permesso di esaurire la fase del ragazzino che mi stava molto stretta. La stessa cosa l’ha provata Moise. Alla Juve eravamo sempre quelli del settore giovanile, della Next Gen, trattati come tali. Uno scotto che abbiamo pagato. Alla Juve devi vincere, non puoi sbagliare. Se sbagli vai fuori. E se sei il giovane diventi il primo cambio e nessuno dice niente. Solo Allegri mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Dopo Genoa e Lipsia Motta non mi ha più considerato. Firenze mi ha restituito il piacere e la leggerezza. Fagiolino è morto, oggi sono Nicolò"