VENTURATI A RFV, 7 giorni liberi? Mossa che responsabilizza

14.11.2024 16:13 di  Redazione FV   vedi letture
VENTURATI A RFV, 7 giorni liberi? Mossa che responsabilizza
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© foto di Alberto Fornasari

L'ex preparatore della Fiorentina e della Nazionale nello staff di Cesare Prandelli, Giambattista Venturati, è intervenuto a Radio FirenzeViola per parlare della lunga pausa concessa da Palladino alla squadra viola, che riprenderà ad allenarsi lunedì. Non prima però di raccontare il suo attuale incarico: "Ho lasciato il fischietto da preparatore atletico ed ora mi dedico alla formazione sia al centro tecnico di Coverciano che a livello aziendale e sono molto motivato, quelle motivazioni intrinseche che avevo per l'allenamento ora sono state travasate in questa nuova esperienza".

Palladino ha concesso una settimana libera, giusto o controproducente? "Non conosco a fondo Palladino, ma ha scelto e si è mosso, a me piacciono le persone che scelgono e che spostano gli equilibri del vissuto. Già Ancelotti aveva proposto alla fine dell'estate di mandare a turno i calciatori in vacanza ed ora questa idea di Palladino, che trovo un'idea intelligente. Inoltre penso che Palladino e il suo staff abbiano dato i compiti a casa e questo innesca uno step di responsabilità ai giocatori. Rimasi folgorato da un concetto espresso da coach Messina che parlò di creare l'autoesigenza dell'atleta, di gestire cioè non solo le due ore al campo ma anche l'alimentazione, lo stress e il sonno; comunque siamo in un perido dell'anno che la condizione fisica è ancora buona, spesso diciamo che sono aumentate le partite e quindi una delle soluzioni scelta da Palladino è questa".

Qualche aneddoto della sua Fiorentina? "Impossibile dimenticare Firenze per me tra i 5 anni in viola e i successivi in Nazionale con Prandelli grazie al quale si creò un ambiente così positivo e propositivo... Noi avevamo dei soldati. Ricordo in particolare Jorgensen ma ne abbiamo avuti tanti ed ho avuto la fortuna di lavorare con un allenatore che mi ha permesso di lavorare con la massima libertà culturale, fu lui con la sua mentalità molto aperta a spronarmi allo studio. E creò un ambiente straordinario con la notte di Liverpool che non potrei mai dimenticare così come  il gol e la mitraglia di Osvaldo o il rientro allo stadio con le bandiere dopo la sconfitta con i Rangers"

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