RFV

Collauto sul futuro della tattica di gioco: "Si tornerà a schierare i giocatori nel proprio ruolo"

Collauto sul futuro della tattica di gioco: "Si tornerà a schierare i giocatori nel proprio ruolo"FirenzeViola.it
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
Oggi alle 16:51Radio FirenzeViola
di Pietro Lazzerini

Il direttore sportivo Mattia Collauto, è intervenuto nel corso di "Scanner" su Radio FirenzeViola per parlare dell'evoluzione tattica e del momento che sta attraversando attualmente il calcio: 

Esiste nel calcio una tattica vincente?
"Non esiste. Non c'è un segreto.Il segreto è valorizzare il patrimonio tecnico a disposizione e cucirgli un vestito addosso. L'abito è il sistema tattico e penso che alla base di tutto ci sia quello: la qualità specifica di ogni calciatore inserita in un modo giusto nel quadro tattico". 

Ci sono club che scelgono una filosofia di gioco e la portano avanti con la scelta del tecnico e altri che affidano al tecnico anche la costruzione della squadra tramite la scelta dei calciatori. Cosa ne pensa?
"Sono visioni, scelte che si fanno. Naturalmente quello che conta alla fine è il risultato. Ci sono tanti club che investono nell'allenatore e quindi danno una possibilità ad esso di far parte del calciomercato e della scelta dei calciatori, altresì ci sono dei club dove esistono delle regole, il club sceglie un sistema di gioco, un'idea e di conseguenza ilc alciatore e il tecnico si adeguano. non c'è una cosa giusta, quella giousta è quella che porta al risultato finale. Poi dipende dal livello del club e dagli obiettivi che si devono raggiungere. Se si parla di grandi club, la maggior parte si adegua a quelle che sono le qualità individuali dei giocatori e dei campioni a disposizione. Gli allenatori vanno incontro alle qualità dei calciatori: prendiamo Guardiola, nel tempo si è adeguato all'organico che aveva a disposizione. Guardiola non è stato lo stesso di Barcellona a Monaco e quello di Monaco non è lo stesso di Manchester. Sono tre o quattro versioni diverse e credo che la sua forza sia proprio quella. Tutti siamo convinti che abbia portato qualcosa di nuovo ma la verità è che si è adeguato ovunque è andato in base al calcio che doveva giocare, ha contestualizzato la sua idea". 

Che momento stiamo vivendo sul piano tattico?
"È una domanda difficile perché penso che stiamo attraversando un periodo di confusione. Arriviamo da un periodo in cui Guardiola e altri hanno portato qualcosa di diverso che però in questo momento è stato un po' sconfessato, è stato messo in discussione. Penso che sia anche giusto così, fa parte del cambiamento del calcio. Il calcio cambia quando cambiano i calciatori. È l'evoluzione del calciatore stesso che impone un cambiamento tattico e di strategia. Credo che il prossimo futuro sarà ritornare alla specificità del ruolo che credo che sia fondamentale". 

Cosa pensa della difesa alta come per esempio quella che usava qualche anno fa Klopp al Liverpool? 
"Io credo che questi allenatori lo facciano a ragion veduta ma sempre a seconda dei calciatori a disposizione. Se hai calciatori a livello difensivo molto dinamici e veloci, puoi adottare un certo sistema tattico. Altrimenti porta solo degli svantaggi. Non credo sia un'imposizione tattica da parte dell'allenatore, molto dipende dal tipo di calciatore e di reparto che hai a disposizione. Io penso che tutti gli allenatori facciano questo, non credo che ci siano allenatori masochisti. L'obiettivo è sempre quello del risultato. Se giocare con la difesa alta porta dei vantaggi, perché hai meno possibilità di prendere gol, ti devi adeguare con calciatori che hanno una determinata velocità a campo aperto. Altrimenti non credo ci siano allenatori masochisti che usano questo tipo di gioco pur non avendo questo tipo di calciatori a disposizione". 

Clicca sul podcast per ascoltare l'intervista integrale!