CONDÒ A RFV, Sconcerti un fuoriclasse. Mi ha insegnato...
Il giornalista di Sky Paolo Condò ha parlato da Palazzo Vecchio per l'evento in memoria di Mario Sconcerti. Queste le sue parole in suo ricordo: "Sconcerti mi ha insegnato tanto, sia dal punto di vista pratico sia osservandolo da fuori. Basta vedere chi c'è qui oggi a ricordarlo: il meglio del giornalismo. Lui era come l'acqua, dove nasce un'oasi rigogliosa: dove passava lui fiorivano i giornalisti. Non sempre un grande giocatore diventa un grande allenatore, ma Mario è stato un fuoriclasse da allenatore per far venire fuori i migliori giornalisti di questa epoca storica. Incitava sempre chi conosceva, è capitato anche a me. Lui era una formula 1 e non puoi girare se sei una berlina, ma dovevi essere una monoposto. Era paradossale, si divertiva a fare cose che magari noi avevamo paura di fare: le provocazioni.
Quando disse che Ronaldo avrebbe fatto panchina alla Juve osò, poi tanti ci fecero ironia. Era comunque un modo di fare dibattito. Per sua fortuna non ha mai avuto a che fare con i social. Arrivò alla Gazzetta nell '87 ed era in corso un cambio generazionale: lui estrasse me ed altri dai soliti compiti per mandarci a fare interviste e a vedere le partite. Mi ricordo che mi rimproverò quando fui ospite in una trasmissione e c'era anche lui. Mi disse che non dovevo scappare, dovevo seguire il calcio italiano ed affrontarlo, senza andare per forza a parlare di calcio estero. Servì, perché tornai anche per questo motivo a parlare di Serie A. Sul fronte Juve, Mario sarebbe andato a parlare dei dirigenti bianconeri e avrebbe concesso l'attenuante dell'amore per la squadra e avrebbe messo in guardia su cosa potrebbe causare un eccessivo amore".