GUIMARAES, Tutto sulla culla del Portogallo: lo speciale di Firenzeviola
Autunno 1109. Mentre Firenze si appresta a diventare Repubblica autonoma e sono ancora lontani gli schiamazzi tra Guelfi e Ghibellini, al confine dell'Europa, a Guimaraes nasce Afonso Henriques. Con lui, di fatto, nasce il Portogallo: sarà proprio Afonso Henriques, 34 anni dopo, nel 1143, a diventare il primo re di Portogallo - col nome di Alfonso I - a seguito di una guerra intrapresa contro la madre. Da un bisticcio familiare, il Portogallo nasce proprio qui, a Guimaraes, città da 160mila abitanti stretta tra Braga e Porto. Poco più di un passaggio obbligato dell'A7, l'autostrada che taglia tutto il paese. Se non fosse che in questo posto si è fatto il Portogallo. E tutti qui ricordano il primo eroe nazionale Afonso Henriques. Anche la squadra della città, il Vitoria Sport Clube, o Vitoria Guimaraes, club fondato nel 1922 e che ha al centro dello stemma proprio Afonso Henrique, con tanto di spada sguainata. Tutto vive nel riflesso del tempo che fù e dell'uomo che fù. Afonso Henrique, detto il Conquistatore, e così anche i giocatori e tifosi del Vitoria sono detti Conquistadores. Indovinate poi come si chiama lo stadio, sì, Afonso Henrique, impianto da 30mila spettatori costruito per gli Europei del 2004 -qui si è fatta in qualche modo la 'storia', visto che è stato il teatro dello sputo di Totti a Poulsen in un Italia-Danimarca di vent'anni fa.
Guimaraes, eletta città della cultura per l'anno 2012, è famosa anche per il castello reale, dove i re ebbero dimora fino all'800. Per questo qui si sentono primi, e per questo diversi da tutti. Un'allure elitaria, simile in questo a quella di Firenze, è presente tutt'ora nella cultura e nei discorsi degli abitanti. Anche il nome della città, Guimaraes (da Vimaranes, che significa guida ma anche leadership) porta in sé il sangue nobile della culla del Portogallo. La tradizione parla di reali ed eroi, ma il presente non sembra all'altezza. Per questo l'astio con Porto e Lisbona, i due epicentri culturali e commerciali del paese, è forte, talmente forte da vietare fanclub di Porto, Benfica o Sporting Club in città. Per coniare un detto familiare, si potrebbe dire Guimaraes capitale, Lisbona succursale.
L'aspirazione alla grandezza passata che condanna Guimaraes non si riscontra in un club, il Vitoria, che ha solo una coppa di Portogallo e una supercoppa in bacheca. Per questo, riavvolgendo i 102 anni di storia, possiamo dire che quello corrente è uno dei migliori periodi per i Conquistadores. Che in Conference hanno fatto peggio solo del Chelsea, con quattro vittorie e un pareggio nel maxi girone. Il Vitoria è la classica squadra portoghese da giovedì sera: ha un allenatore semi-sconosciuto dal nome e dall'attitudine da scrittore neorealista come Rui Borges, due Joao Mendes in rosa (uno fa il terzino, l'altro il trequartista) e una serie di Nuno Santos, Jorge Fernandes, Tomas Ribeiro, Tiago Silva nomi che sembrano inventati dal menù 'crea la tua squadra' su Pes 6. Poi però scorrendo la lista c'è un punto in cui il dito di tutti si ferma. Gaspar Bruno, anni 31, professione terzino destro. Sì esatto proprio lui, un brutto incubo in viola durato 17 partite, un colpo a salve dell'ultimo Corvino fiorentino. E - solo idealmente, a causa dell'infortunio del trentunenne del Vitoria - sarà una sfida nella sfida tra ex contro Dodo, visto che il terzino brasiliano della Fiorentina è passato, in prestito, nel 2018, da Guimaraes. Gaspar-Dodo, una riprova di come, alle volte, il presente sia migliore del passato.