"Guarda come cambio": in Serie A, le sostituzioni diventano sempre più chiave

"Guarda come cambio": in Serie A, le sostituzioni diventano sempre più chiaveFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 10:52Rassegna stampa
di Redazione FV

Si cambia troppo? O troppo poco? Su la Stampa spazio a un interessante approfondimento legato a questo. Negli ultimi cinque anni, la pandemia ha stravolto il calcio, rendendo il calendario sempre più fitto. L’unica soluzione è stata l’aumento delle sostituzioni da 3 a 5, con una panchina allungata a 15 giocatori. Un vantaggio per le grandi squadre, che possono gestire meglio le risorse, mentre resta dibattuto se si giochi troppo.

«Per me non si gioca troppo, bisogna essere attrezzati e far giocare anche chi è dietro», ha affermato Luciano Spalletti. «Ormai ci sono due partite, una si gioca nei primi 60 minuti e una negli ultimi 35», ha spiegato Simone Inzaghi. Le sostituzioni hanno inciso molto: il gol di Arnautovic contro la Fiorentina è stato il centesimo segnato dai subentrati in questa Serie A. La Lazio guida con 12 reti, seguita dall’Atalanta e dal Verona (14 in tutte le competizioni). La Juventus di Thiago Motta ha visto i panchinari segnare 12 reti, ma l’allenatore utilizza i cambi solo se strettamente necessario.

«Tutti vogliono giocare, non tutti possono farlo», ha detto Motta, che ha sfruttato tutte le sostituzioni solo 18 volte su 35 partite. «Non è la quantità di minuti che giochi, ma la qualità con cui entri in campo», ha sottolineato ancora. Arrigo Sacchi ha evidenziato come le cinque sostituzioni avvantaggino le squadre più forti: «L’obiettivo degli allenatori deve essere quello di creare un gruppo di uomini leali». «Non so se sia giusto - conclude l’ex ct - forse è solo inevitabile per gestire un calendario così. Servirebbero cultura e valori, comanda sempre altro».