CONCRETEZZA
Toccherà consolarsi con un pizzico di continuità. Perchè se la vittoria di Bologna resta l'unica dopo la sosta con tre sconfitte e un unico punto raccolto a Bergamo, il lato positivo racconta di una Fiorentina che anche contro l'Atalanta mette in campo il giusto spirito. Lo fa soprattutto nel primo tempo, partendo forte, andando in vantaggio, rispondendo colpo su colpo alla squadra di Gasperini inevitabilmente stanca per il giovedì di coppa.
Quel che manca, e che si riverbera sulla classifica maledettamente anonima, è semmai la concretezza che continua a latitare dalle parti degli attaccanti. Emblematica l'ennesima prestazione di rabbia del Cholito, ma stavolta gli stessi palloni sprecati a ripetizione da Gil Dias testimoniano una fase offensiva che ancora non incide. Pioli, dal canto suo, rinuncia alle due punte e con il cambio Simeone-Falcinelli conferma un momento dell'attaccante figlio d'arte tutt'altro che semplice.
Probabilmente sulla gara di Simeone pesa l'errore in fase iniziale, che sia il pallone alto sopra la traversa o il mancato tocco a Veretout per un tiro da posizione ancora migliore, fatto sta che a Bergamo sotto porta sono in parecchi a mancare il colpo decisivo. Esattamente come quando, in difesa, Petagna ritrova il gol dopo tempo immemore sfruttando l'errore in particolare di Biraghi ma più in generale di un piazzamento a "zona mista" che non sta pagando.
Quanto di buono si può tirar fuori dall'uno a uno di Bergamo è anche ulteriormente limitato dal rosso a un Milenkovic nuovamente all'altezza (non era banale passare da Mandzukic al Papu Gomez) e dal giallo che escluderà Badelj, ieri di gran lunga determinante. Si dirà che gli alti e bassi sono ormai la costante della stagione dei viola, più o meno come le direzioni di gara tutto sommato discutibili, ma per uscirne non sembrano esserci alternative all'individuare il modo giusto per essere più concreti sotto porta.