CORR. FIO., L'opinione: "Il doppio metro di giudizio"
"Ad Edoardo Bove è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Se dovesse essere mantenuto significherà per lui dire addio al calcio italiano, mentre negli altri campionati europei lo stesso ausilio meccanico per il cuore non preclude ad un calciatore l'idoneità per continuare a giocare. Si tratta di un a discrasia regolamentare clamorosa". Inizia così l'editoriale, a firma di Tommaso Giani, sulle colonne odierne del Corriere Fiorentino che analizza la situazione di Edoardo Bove sulla base delle differenze regolamentari tra l'Italia e gli altri stati europei: "Sarebbe un doppio metro di giudizio bizzarro se si trattasse di squalifiche per comportamento scorretto. Qui si tratta della salvaguardia della salute di un atleta, quindi la discordanza di regolamento più che bizzarra appare drammatica.
[...] Questa discrepanza mi fa sentire anni luce distante dai tanti addetti ai lavori che augurano a Bove un futuro ricco di soddisfazioni nei campionati stranieri. Chi fa questo tipo di augurio dovrebbe spiegarmi perché la regola italiana sarebbe priva di fondamento. Perché se invece avesse delle motivazioni solide allora augurare a Bove di continuare a giocare significherebbe invitarlo a rischiare nuovamente la vita. [...] Per questo motivo penso che nel dibattito sul futuro calcistico di Edoardo Bove il diritto di precedenza assoluto dovrebbero averlo i medici cardiologi, a partire da quelli che si sonon battuti per inserire nel calcio italiano il divieto di scendere in campo con il defibrillatore sottocutaneo. Chi vuole bene a Bove (oltre che Bove stesso) dovrebbe prendere molto sul serio il parere di questi medici".