IACHINI, CALLEJON, NON CI VOLEVA. CLIMA BRUTTO? NON SAREI RIMASTO. PEZZELLA OUT
Delicatissima vigilia di campionato in casa Fiorentina, con i viola che domani sera saranno attesi alle 20:45 dal match del Tardini contro il Parma. Il tecnico Beppe Iachini si gioca il posto e oggi ha preso la parola per introdurre i temi della sfida, parlando con i giornalisti in una conferenza stampa via streaming alla quale ha preso parte anche Firenzeviola.it. Ecco le parole dell'allenatore:
Sulla positività di Callejon e il sentimento della squadra: "Sono dispiaciuto per Josè perché già da qualche settimana stavamo lavorando per portarlo alla miglior condizione possibile: in settimana avevamo lavorato su alcune soluzioni con lui protagonista e la sua positività è un fulmine a ciel sereno: peccato, perché stava cercando di raggiungere i suoi ritmi migliori. Le voci su di me? Fanno parte del gioco, dobbiamo rimanere concentrati sul lavoro: Iachini o non Iachini, conta l'attaccamento alla maglia. Dobbiamo fare una buona partita a Parma non commettendo gli errori di Roma, dove dopo un'ottima partenza abbiamo mancato in quelle che sono le nostre caratteristiche, ovvero la compattezza e l'intensità. Ci siamo parlati e ci abbiamo lavorato sopra, abbiamo pagato dazio per qualche situazione particolare".
Sul suo futuro: "La presidenza mi è sempre stata vicina, quando abbiamo ripreso dopo il lockdown le voci su di me già c'erano: mi dispiace perché se ci fosse stato un clima così difficile su di me, non sarei rimasto oppure non si sarebbe giudicato in modo positivo il mio operato. Sono cresciuti tanti calciatori in questi mesi, tra i quali Castrovilli. Sono arrivato con la squadra quartultima e abbiamo concluso al 10° posto. Magari questo non è stato apprezzato a dovere: io continuo a lavorare coi miei ragazzi, che mi seguono".
Su Pezzella: "La sua assenza si è fatta sentire in questi mesi, abbiamo pagato oltre le nostre possibilità la sua indisponibilità: nemmeno domani ci sarà perché ha fastidio al piede e dobbiamo pensare solo a chi va in campo".
Se è vero che i dirigenti viola gli hanno chiesto di dimettersi: "No, non è vero: vogliamo uscire fuori da una situazione difficile che si è creata fin da subito. Potevamo avere qualche punto in più e abbiamo avuto fin da questo inizio anomalo di campionato delle difficoltà: abbiamo pagato dazio con infortuni e mancanza di serenità. Noi però siamo tutti professionisti, la vicinanza della proprietà c'è stata: io non ho mai guardato ai soldi, mi sarei dimesso ieri se avessi percepito un brutto clima attorno a me da parte del club o dei giocatori. Dobbiamo solo far sì che l'impegno settimanale sia riportato in partita. Siamo la squadra che tira di più in area di rigore, dobbiamo continuare a lavorare e a far girare questa ruota".
Su nuove idee tattiche in vista di domani: "Da diverse settimane stiamo lavorando alla difesa a quattro ma serve che ci siano giocatori con determinate caratteristiche, specie in fase di non possesso. Callejon poteva essere l'ago della bilancia nel nostro schieramento tattico. Un nuovo centrocampo? Non abbiamo potuto contare su Pulgar per il Covid-19 ma contiamo tanto su di lui adesso, è una possibilità quello di inserirlo di nuovo dall'inizio".
Sul Parma: "Sicuramente con i ragazzi abbiamo parlato del Parma, sottolineando le ottime individualità che ha la squadra di Liverani: dovremo fare una gara di spessore, in ogni partita ci sono tante gare: dobbiamo trovare la serenità dello scorso anno, servirà continuità di punti e risultati visto che eravamo partiti bene, con un precampionato dove avevamo dimostrato buone cose. Nel calcio però ci sono momenti così difficili, servirà cura del dettaglio e del particolare".
Se per lui è stata una settimana particolare: "Sì, ho parlato con i dirigenti e con il presidente. I ragazzi li vedo lavorare bene: se la squadra mi segue o no lo capisco dagli atteggiamenti che hanno in campo, dalle risposte. Se tutto ciò non ci fosse, mi farebbe inca**are, tanto per essere chiari. Io ho visto sempre molto impegno e partecipazione. Dobbiamo portare in campo determinazione e non subire gli eventi che ci possono essere in partita e far sì che ci siano situazioni positive".
Sulle gerarchie in attacco: "All'inizio dell'anno ha giocato Kouame perché era quello che stava meglio, poi ho dato spazio a Vlahovic. Non possiamo però chiedere ai ragazzi che indossano la maglia numero 9 di essere già pronti: non possiamo chiedergli di essere come Batistuta. Adesso tutti stanno ritrovando la loro fiducia e il loro entusiasmo. Firenze è una piazza particolare, con delle pressioni e delle responsabilità: guardate quello che sta facendo Simeone al Cagliari. Ora anche i nostri attaccanti hanno bisogno di fiducia, non possiamo avere da loro tutto e subito. Vanno aiutati sotto l'aspetto tecnico, tattico e psicologico: la loro crescita passa anche da questi fattori qua, dal subire le critiche all'energia positiva".
Su Ribery e il suo atteggiamento particolare: "Nulla di anomalo, lui è partito bene ma a Milano ha preso una botta alla caviglia dove si era infortunato l'anno scorso. Questa settimana è stato meglio della scorsa: facciamo fatica a tenerlo fuori anche se non è al 100% ma prima dobbiamo fargli ritrovare la giusta brillantezza. Gli serve campo, solo quella è la medicina. Quando sente un po' di dolore sembra abbia un atteggiamento particolare ma va solo accompagnato per farlo tornare al top. Più settimane starà sul campo e maggiore sarà la sua brillantezza".
Sul rimpianto della cessione di Pedro: "Coi se e i ma... si va poco lontano. Quando sono arrivato io, Pedro aveva un percorso di lavoro da portare avanti dopo l'infortunio che ha subito. Abbiamo scelto di investire su Cutrone pur sapendo che Pedro era un ragazzo di qualità, che ora si sta mettendo in luce in un campionato sicuramente diverso dal nostro".