IL PROBLEMA DEI TRE CORPI

08.08.2024 00:00 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
IL PROBLEMA DEI TRE CORPI

La formulazione del problema dei tre corpi è piuttosto semplice e risale alla notte dei tempi (o quasi) della fisica moderna: dati tre punti materiali che si muovono nello stesso spazio, influenzandosi tra loro, si tratta di determinarne le loro tre traiettorie. Da questo assunto parte una fortunata serie Netflix uscita qualche mese fa, al termine della quale si arriva alla conclusione che il problema dei tre corpi può essere compreso solo prendendo in considerazione il rapporto di interdipendenza che ciascun elemento ha rispetto agli altri corpi appunto, che non sono necessariamente solo tre. Prendiamo tre calciatori, Mateo Retegui, Albert Gudmundsson, Nico Gonzalez, tre molecole o pianeti della nostra equazione, tre variabili tutt'altro che stabili che gravitano nello stesso sistema. E tre 'corpi' che hanno una propria traiettoria sul mercato, o meglio la avevano fino a qualche giorno fa: il centravanti del Genoa era stato prima oggetto del desiderio della Fiorentina, poi della Juve e via discorrendo, si era poi stabilizzato, convinto di rimanere in Liguria; il suo partner nel Grifone invece prima aveva oscillato verso l'Inter, poi sembrava (e lo è tutt'ora) in orbita Fiorentina, dalla quale stava uscendo inesorabilmente Gonzalez, direzione Bergamo (o Torino bianconera). 

Il quarto corpo che fa saltare il banco è quello di Gianluca Scamacca, che al 52' di un'anonima amichevole tra Parma e Atalanta, si accascia a terra. Rottura del legamento crociato anteriore, del legamento collaterale e del menisco: un urto violento, per l'Atalanta, ma non solo. Il crack di Scamacca fa cambiare traiettoria ai tre corpi. Si può parlare di domino o effetto farfalla, fatto sta che dal pomeriggio di domenica vissuto al Tardini tutto si trasforma: perché la Dea, che da tempo aveva messo gli occhi su Nico, adesso ha bisogno di un altro tipo di attaccante e ne ha bisogno subito, va ad aggredire Retegui e in un paio di giorni lo blocca; perché il Genoa subisce le pressioni di Gilardino che non vorrebbe perdere in un colpo solo la sua coppia d'attacco e quindi l'operazione Gudmundsson ha una frenata. 

Alla fine è bastata solo una variabile impazzita, un infortunio non preventivabile, per spostare i destini di queste tre pedine, mandando in confusione operatori di mercato e tifosi. E il calciomercato, diretta emanazione del calcio giocato, si è dimostrato ancora una volta caos. Ma questa storia - tutt'altro che finita, visto che ancora nessuno dei tre personaggi ha trovato la sua traiettoria precisa, ci ha insegnato anche che c'è chi il caos lo riesce a domare, o comunque ci agisce in mezzo. Perché al termine di questo domino, la Fiorentina si trova con un dieci sul piede di partenza, che probabilmente virerà con più decisione verso la Juventus, mentre Genoa e Atalanta son più o meno - secondo i loro diversi obiettivi - felici così. Tra i tre corpi, il più debole e dipendente dagli altri si è dimostrato quello viola, ma Pradè e i suoi sono ancora in tempo a far virare tutto. Basta una decisione repentina, una chiamata, per far deviare la parabola di Albert Gudmundsson. C'è ancora tempo, non per molto.