LA PEGGIORE DELLE METAMORFOSI

14.01.2025 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
LA PEGGIORE DELLE METAMORFOSI
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© foto di Federico De Luca 2024

Un pareggio avrebbe avuto l’amaro sapore della delusione, figuriamoci la sconfitta. A Monza i viola incappano nel quarto k.o. nelle ultime 5 partite, una caduta libera avviata nel mese di dicembre e alla quale tutt’ora il tecnico non sembra trovare correttivi. Se con il Napoli Palladino aveva provato a stravolgere l’assetto base, quello rimasto orfano di Bove, in Brianza la Fiorentina torna all’antico, ma anche a mostrare uno spaiamento preoccupante. E la metamorfosi avviata dal primo k.o. con il Bologna adesso è qualcosa di maledettamente reale. 

Nuova bocciatura per Gudmundsson
Palladino si era affidato a Gudmundsson sulla trequarti confermando l’intenzione di aumentare il minutaggio dell’islandese, ma la prova del numero 10 lascia spazio a tutte le incertezze del caso, di certo conferma una condizione fisica di grave ritardo. A margine del suo deludente primo tempo Palladino però non gli regala una seconda chance, e c’è da dire che almeno Beltran nel secondo tempo è forse l’unico a metterci un po’ di garra. Il resto della squadra è invece irriconoscibile, a cominciare da un Adli che non dipinge più, anche perché in primis il centrocampo a due sembra ormai il tallone d’Achille di questa Fiorentina, e perchè di tutti non pare certo Richardson il compagno ideale del francese.

Un sistema di gioco che non c’è più
Ovvio che il primo pensiero vada al mercato, nel quale c’è da augurarsi arrivino rinforzi di spessore, altrettanto che quegli equilibri tirati in ballo a più riprese nelle varie dichiarazioni di rito meritino invece forti ritocchi. Ma prima ancora di decidere chi far arrivare sarà bene che in casa viola si trovi una sintesi tra le idee del tecnico (o meglio dire le convinzioni) e i bisogno del club di tutelare i propri investimenti (Pongracic incluso). Si faccia chiarezza su problemi che paiono evidenti. Perchè il calciatore più importante continua a essere ai margini? Perché in assenza di Bove si cerca ostinatamente di proseguire sulla stessa strada? Perchè non si cambia qualcosa sulla trequarti per ritrovare il Kean capace di arrivare in un lampo a 11 gol in campionato? Perché si continua a puntare su un Colpani che da esterno non rende, e tanto più con una rosa nella quale gli altri interpreti tutto riescono a fare fuorchè aggiungere gol? E infine perché in una serata in cui serviva mettere subito all’angolo il fanalino di coda del campionato la Fiorentina è andata al piccolo trotto lasciando alla squadra di Bocchetti l’opportunità di ritrovarsi e rilanciarsi nella corsa alla salvezza?

Equilibri saltati
Insomma qualcosa nel mondo viola si è incrinato, e continuare a far finta di nulla adesso diventa davvero rischioso. Nella serata in cui la Fiorentina aveva la chance di risalire in classifica e persino riagganciare il treno per l’Europa che più conta arriva la peggior prestazione dell’anno, certificata da una fase difensiva scivolata nelle gerarchie della serie A con Comuzzo e Ranieri che non sono più insuperabili come un tempo. Mentre si susseguono nomi di mercato e si sbandierano ambizioni la Fiorentina si è persa, e di certo continuare a proporre identici correttivi sta diventando un esercizio vicino all’autolesionismo. Urge un chiarimento, tra tutte le parti in causa, perché questa squadra ha perso la sua identità. E non può essere soltanto lo stop di Bove a spiegare una metamorfosi così deludente.

Le parole di Pradè
A margine andranno poi analizzate le parole di un Pradè inferocito che nel dopo gara tira in ballo mal di pancia assortiti, un regime da cambiare e soluzioni da adottare il prima possibile. Non è dato sapere, almeno ad ora, chi possano essere gli obiettivi delle parole del ds, che siano singoli o il tecnico. Di certo l'intervento ai canali ufficiali del club scoperchia una situazione che si fa incandescente e che conferma un momento di problematiche interne non banali. Che si tratti di qualche calciatore, di una squadra che non è più tale o di un allenatore che non sa ritrovare le giuste alchimie la gara con il Torino di domenica diventa già un nuovo spartiacque. Così importante da riuscire a mettere in secondo piano qualsiasi trattativa del mercato invernale.