LA MAGLIA VIOLA: L’Addio di Baggio e la Finale maledetta di Coppa UEFA
La storia della Fiorentina ha nella stagione 1989/1990 uno dei suoi tanti spartiacque. L’ultima stagione dei Pontello a Firenze prima di vendere ai Cecchi Gori, l’ultima stagione di Baggio a Firenze prima di essere ceduto alla Juventus, la finale di Coppa Uefa persa proprio contro la Juve.
“Quell’anno è come se avessimo giocato tre campionati” Celeste Pin veterano e grande protagonista di quella stagione e delle sette precedenti in viola, riassume così quella stagione.
“Eravamo un gruppo davvero unito e considera anche che eravamo davvero pochi, 16 più qualche aggregato della Primavera. L’allenatore Bruno Giorgi era giustamente convinto che un gruppo unito avrebbe regalato qualche punto in più. Il problema però era che andavamo a Kiev contro la Dinamo in Coppa Uefa, facevamo una grande partita e poi la partita successiva in campionato eravamo a pezzi e perdevamo.”
In quella Fiorentina giocava Roberto Baggio: “Ricordo il pranzo prima della finale ad Avellino, Roberto era convinto di andare al Milan, o almeno avrebbe preferito, come ormai tutti sanno, non era molto entusiasta di andare alla Juve.”
Chi invece alla Juve è andato non a giocarci, ma ad allenarci è stato il portiere di’ quella stagione Marco Landucci: “Marco, che è stato il vice di Allegri alla Juve, è un carissimo amico e quest’estate quando tutti erano pessimisti sull’arrivo di Kean, lui mi aveva assicurato che avevano preso un gran giocatore che aveva solo bisogno di fiducia da parte dell’allenatore e avere un ambiente che lo sostiene, tutto quello che poi a Firenze ha effettivamente trovato.”
Che mi dici di Carlos Dunga? “Carlos non voleva perdere nemmeno in allenamento ed era sempre un esempio positivo per tutti, ti spronava a dare sempre di più, non guardava in faccia nessuno”.
Kubik? “Il gigante buono, Dunga con lui si arrabbiava perchè percepiva la sua grande tecnica e voleva che facesse di più”
In quella squadra giocava anche Beppe Iachini che qualche anno fa ha anche allenato la squadra: “Ho ancora nella testa il coro dei tifosi: Picchia per noi Beppe Iachini. Beppe dava il 200%, potevi fare affidamento su di lui sempre, non molto dotato tecnicamente, ma faceva esattamente tutto quello che gli chiedeva il Mister”
A proposito di allenatori, quell’anno arrivaste in finale di Coppa Uefa, ma mi salvaste all’ultima giornata, l’andamento non buono in campionato costò la panchina a Bruno Giorgi: “Persona eccezionale, come ho detto prima, credeva nell’unione nel gruppo e noi lo eravamo. Lasciava giustamente libero dagli schemi Baggio, tanto comunque a centrocampo di pensava Dunga… Poi arrivò Ciccio Graziani, con il quale avevo giocato pochi anni prima proprio nella Fiorentina, all’inizio ero in imbarazzo se dargli del tu o del Lei, fu lui a dirmi di darmi del tu.”
Tu l’anno successivo hai avuto anche l’allenatore brasiliano Sebastiao Lazaroni: “L’anno successivo i Pontello cedettero la società ai Cecchi Gori e arrivò Lazaroni sponsorizzato fortemente da Dunga che lo aveva in Nazionale. All’inizio fu tutto diverso, non avevano degli schemi bel precisi, per lui prevaleva lo spettacolo, poi però si accorse che forse il calcio italiano era differente da quello brasiliano e cominciò a dare più attenzione agli schemi”
In quella Fiorentina si distinsero Nappi e il giovane Malusci: “Nappi era un giocherellone, si percepiva proprio che lui si divertiva a giocare a calcio, che fosse ai campini o a Brema, per lui non faceva differenze e soprattutto non subiva le pressioni, Alberto proprio quell’anno fu aggregato in prima squadra e all’esordio giocò con grande personalità, come un veterano.”
Un giocatore che arrivò quella stagione, ma che s’infortunò subito e conserva ancora un non so che di mitologico è Oscar Alberto Dertycia: “Poverino, arrivò e dopo poche partite s’infortunò subito gravemente. Non l’abbiamo più visto”
Quell’anno lo sponsor tecnico era ABM e lo sponsor di maglia era il quotidiano cittadino “LA NAZIONE”. “Non ho nemmeno una maglia, le ho regalate tutti ai miei ex compagni di classe e della squadra in cui giocavo in Veneto, io però la maglia alla quale sono più affezionato è quella JD FARROWS”.
E la partita che ricordi con maggiore affetto? “La più bella sicuramente quella di Coppa Uefa contro il Boavista nell’85/’86 quando segnai il goal vittoria allo stadio, la più brutta, anzi le più brutte sicuramente le due finali di Coppa Uefa contro la Juve.”
In quella Fiorentina giocava un altro ragazzo veneto: Renato Buso. Proprio con Buso, Celeste ha scritto il libro “Due veneti a Firenze”.