PER PALLADINO È L'ORA DELLE SCELTE. E INTANTO AGGRAPPIAMOCI A KEAN, IL LEADER ADESSO È LUI. E CON GUDMUNDSSON...

18.09.2024 00:00 di  Lorenzo Marucci   vedi letture
PER PALLADINO È L'ORA DELLE SCELTE. E INTANTO AGGRAPPIAMOCI A KEAN, IL LEADER ADESSO  È LUI. E CON GUDMUNDSSON...
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

Sono passate quattro giornate ed è arrivata l'ora delle scelte, anche forti e che magari possano scontentare qualcuno. Dopo un mese di campionato in cui i risultati sono stati al di sotto delle attese, Palladino è chiamato a dare una svolta alla squadra, con decisioni coraggiose, non necessariamente legate ad un cambio di modulo. Scelte sugli interpreti, ferme e risolute, che non significano intransigenza ma il tentativo di seguire una strada attraverso determinati calciatori, meglio se nei ruoli a loro congeniali. Magari il tecnico potrà anche - come sostiene il bomber Pruzzo - inimicarsi qualcuno nello spogliatoio ma è il momento che lo impone. E' lui, l'ex allenatore del Monza, che alla fine risponde del rendimento e dei risultati della sua squadra. Ben venga il confronto franco e diretto con la dirigenza, poi dovrà essere Palladino a capire quale possa essere il vestito migliore per questa Fiorentina. Certo, la partita contro la Lazio in programma domenica è un'altra di quelle particolarmente delicate, contro una diretta concorrente per l'Europa. Serve solo vincere per rilanciarsi, magari stavolta anche turandosi il naso, attraverso una prestazione non del tutto convincente. I tre punti adesso potrebbero avere il benefico effetto di un balsamo rigenerante. Poi si potrebbe anche parlare con più serenità della necessità dei progressi nel gioco e degli equilibri.

E allora è il momento di aggrapparsi con tutte le forze anche e soprattutto a Moise Kean: è il suo periodo, un avvio così convincente se lo aspettavano in pochi ed è opportuno sfruttare al massimo la sua condizione e la sua ritrovata fiducia. E' lui ora il leader della squadra, con la sua voglia di spaccare il mondo, con la sua fame e con il suo atteggiamento che deve coinvolgere tutti i compagni. E' un inizio che, fatte le debite proporzioni, ricorda quello della stagione 2020-21 al PSG (la sua migliore dal punto di vista realizzativo con tredici centri finali in campionato), dove arrivò ad ottobre dopo aver iniziato l'annata all'Everton. Prendendo come riferimento le sue prime quattro partite disputate in Ligue1 - e al netto di una serie di compagni in avanti di valore assoluto - Kean realizzò 3 reti, una in più rispetto a quelle di adesso in campionato. E in Champions ne mise a segno due per un totale di 5. Quattro oggi in sei gare compresa la Conference, cinque in sei gare nel 2020-21. Ma oltre ai numeri basta guardare il suo volto e i suoi occhi, determinati e convinti. Vogliosi di successo. Con Gudmundsson accanto o qualche metro più indietro potrebbe davvero formarsi una coppia in grado di dare soddisfazioni. Ripartire, o meglio, partire. Ecco cosa deve fare adesso (immediatamente) la Fiorentina. Anche per affrontare con più carica - dopo la Lazio - Empoli e Milan in campionato.