SOTTIL: "CHE DIVERTIMENTO QUI. ITALIANO UN MARTELLO. LA 7 DI RIBERY E L'EREDITÀ DI CHIESA..."
Giornata di conferenze stampa oggi a Moena. Dal centro sportivo Benatti ha preso la parola Riccardo Sottil, tra i giocatori più in spolvero in questa prima parte di ritiro. Ecco le parole dell'esterno classe '99.
Sui suoi colpi in allenamento: "L'anno a Cagliari mi è servito tantissimo: ho avuto un tecnico molto bravo come Di Francesco che punta sui giovani ed ho giocato con continuità. Purtroppo per l'infortunio che ho avuto non ho potuto giocare il finale di stagione. In campo ora sono spensierato, se c'è da provare la giocata la faccio. Adesso continuiamo su questa strada. Mister Italiano ha portato nuove cose e nuovi pensieri: questi pensieri erano mancati in passato, qui c'erano altri mister che chiedevano cose diverse ma siamo contenti che sia così adesso".
Sulla fiducia verso di lui da parte della proprietà e su Vlahovic: "Io e Dusan ci conosciamo bene da tre anni, abbiamo un bel rapporto fuori dal campo e questo aiuta molto. La società controriscattandomi ha mostrato un atto di grande fiducia, cercherò di ripagarla con il lavoro sul campo e con poche parole".
Su cosa gli chiede Italiano e su cosa è migliorato a Cagliari: "Si impara sempre qualcosa dai più grandi, specie sulla malizia: io lavoro su ogni dettaglio. Il mister chiede grande pressing in avanti, chiede verticalizzazioni anche ai centrocampisti: vuole gioco, palleggio, lavoro degli esterni. Posso dire che mi sto divertendo molto in allenamento".
Se si sente un titolare: "Io cercherò sempre di mettere in difficoltà il mister ogni domenica. Certo, è un mio obiettivo per quest’anno essere nell’undici titolare".
Se gli pesa di essere etichettato come l'erede di Chiesa: "No non mi pesa assolutamente, non è una cosa che mi turba: con Federico ho un buon rapporto ma ogni giocatore ha le sue caratteristiche".
Sulle frasi del mister in campo: "Fa tante battute simpatiche per tirare fuori il meglio da ogni suo calciatore: il mister è un bel martello, è schietto e dice cose in faccia. Questo un giocatore lo apprezza sempre".
Sull'uso dei giovani in Italia: "I talenti ce li abbiamo spesso in casa, non dobbiamo guardarci troppo a giro: la vittoria dell'Europeo è una conferma di questo".
Se ha un obiettivo numerico: "Io voglio fare il massimo possibile in fatto di gol e assist. La concorrenza c'è sempre e non solo a Firenze. L'importante è che sia sana e che porti stimoli".
Sulla partita contro il Napoli del 2019 finita 3-4: "Ricorderò per sempre quella gara perché era la mia prima volta da titolare in maglia viola ed era il primo match dell'era Commisso. Posso dire che daremo il massimo ogni domenica, non posso promettere altro".
Sull'Europeo dell'Italia: "Ero in prima linea a tifare per la nostra Nazionale, sbraitavo ed esultavo. Il gruppo qui a Moena? Siamo tanti ragazzi giovani, c'è una grande intesa nello spogliatoio anche tra i ragazzi nuovi che sono arrivati. Non faccio nomi in particolare ma dico che l'elemento più importante è il gruppo".
Sulla maglia numero 7 di Ribery: "A Firenze con Franck ho avuto un gran rapporto perché ci parlavamo spesso dopo ogni allenamento e siamo andati spesso a cena insieme: oltre ad essere un gran campione è una brava persona. Quella maglia numero 7 fa gola, è un numero bellissimo. Sarebbe bello prenderlo, quando ci sarà la decisione dei numeri si vedrà".
Sull'Europeo con l'Under-21: "Ho avuto tanta delusione perché fare quella rimonta con il Portogallo e prendere i gol nel finale fa male. Ho giocato un Europeo non stando bene, ci sono arrivato a pelo ma ero gestito fisicamente. Volevo giocare quella competizione in tutti i modi ma purtroppo l'espulsione ci ha penalizzato molto. Il sogno è quello di vestire l'azzurro della Nazionale maggiore".