ULTIMA OCCASIONE PER NON PERDERE CREDIBILITÀ, SE ANCHE LA CURVA SI SVEGLIA IL PROBLEMA È SERIO. DALL'IDEA ADLI AL MISTERO TATTICO KOSTIC, FRA OCCASIONI, TRAPPOLE E RISCHI PER UN GRUPPO DIRIGENTE 'SFIDUCIATO' DAI TIFOSI A MAGGIO

27.08.2024 14:02 di  Angelo Giorgetti   vedi letture
ULTIMA OCCASIONE PER NON PERDERE CREDIBILITÀ, SE ANCHE LA CURVA SI SVEGLIA IL PROBLEMA È SERIO. DALL'IDEA  ADLI AL MISTERO TATTICO KOSTIC, FRA OCCASIONI, TRAPPOLE E RISCHI PER UN GRUPPO DIRIGENTE 'SFIDUCIATO' DAI TIFOSI A MAGGIO
FirenzeViola.it

I dirigenti sono chiusi a chiave nel Viola Park e si augurano che il mercato sorrida nelle ultime ore del grande circo, vendi qui e compra là, più gente entra e più bestie si vedono (cit). Perché la parte finale delle manovre estive - ci auguriamo di sbagliare - ricorda vagamente una pesca a strascico, una sventagliata di sondaggi per aggiungere in modalità last minute i protagonisti specifici (e di qualità) che mancano a centrocampo e in difesa. Se così fosse, sarebbe un problema viste le prestazioni della squadra e le pressioni già pesantissime dopo tre partite, mica tre mesi. 

Con una velocità maggiore delle giocate viola, il solido sostegno della curva Fiesole si è incattivito depositandosi su striscioni e cori che fanno lampeggiare fulmini e sfiducia. Va anche detto che, nella intera storia viola, mai il tifo più caldo è stato così paziente e disposto a chiudere gli occhi fino a quando gli obiettivi sul campo sono rimasti più o meno reali. E' dunque un pessimo segnale se dalla complicità si passa alla rabbia, ne abbiamo già viste tante di situazioni simili nel passato, perché quando si accende il semaforo del non ritorno la strada diventa a senso unico. Certamente per capirlo bisognerebbe conoscere Firenze o almeno essersi sforzati per comprenderla davvero, esercizio che temiamo non sia stato messo in pratica dai dirigenti fino in fondo, senza pregiudizi verso molti o slanci di cameratismo nei confronti di pochi. 

I quali dirigenti - va ricordato, nel caso qualcuno avesse rimosso il concetto - hanno cominciato questo mercato avendo sulle spalle un pesante comunicato di sfiducia covato dalla curva a sezioni unite alla fine di maggio, in cui i tifosi denunciavano la 'pessima programmazione sportiva sotto la gestione Commisso'. Non solo (passaggio successivo): 'Non esistono più vie di mezzo, è il momento di investire seriamente affidandosi a dirigenti competenti per dar vita ad un progetto sportivo serio e all'altezza di questa città'. 

Dopo la scomparsa di Barone il gruppo di comando è in pratica rimasto lo stesso (a parte Goretti al posto di Burdisso) e il presidente Commisso ha parlato attraverso un comunicato letto dal direttore generale, per chiedere fra l'altro scusa dopo il deludente mercato di gennaio. Nel frattempo si sono intensificati gli affari con la Juve, in entrata e uscita, non esattamente il massimo augurabile per ottenere simpatia in un contesto sentimentale già precario. In un momento del genere, sarebbero serviti come il pane buoni risultati all'inizio della stagione, anche per dare sostegno alle idee del nuovo, giovane allenatore, arrivato con l'idea e probabilmente il compito di capovolgere il mondo tattico viola.  E invece no, solo pareggi contro due neopromosse e la modesta Puskas Akademia (giovedì il ritorno per il dentro o fuori dalla Conference, siamo già al brivido sgradevole e agli stracci in canna, incredibile). 

Il mercato, dunque. Come anticipato domenica proprio da FirenzeViola, la Fiorentina si è fatta avanti con il Milan per il francese Yacine  Adli, 24 anni, jolly di centrocampo in grado di fare il trequartista, ma anche il regista, insomma tre mestieri compreso il mediano, un prospetto che potrebbe alzare il livello di un settore in chiara difficoltà e in cerca di personalità. Più che altro il centrocampo è da rifondare, con Amrabat ha trovato una parziale schermatura davanti alla difesa, cioè soltanto in una delle due fasi utili per rendere competitivo un reparto tendenzialmente a due. Ma poi: resterà Amrabat? La prestazione discreta del giovane Richardson - a tratti perfino elegante, anche se non è sembrato granché in fase di impostazione verticale - dovrà essere rivista contro avversari diversi e con un ritmo  più intenso. Di sicuro anche lui non sembra possedere la qualità essenziale, cioè la velocità, per ripartire in verticale dopo aver riconquistato la palla. E pensare che la coltellata rapida è proprio quella che ha in mente Palladino.

E la difesa a 3? Succedono cose strane e ci si chiede come il sostituto di Milenkovic, pagato quanto lui, abbia potuto estrarre un candore da primato mondiale ammettendo il giorno della presentazione di aver giocato solo nelle difese a 4. In effetti si è visto, mica solo per colpa sua le difficoltà sono state tante contro il Parma (espulsione dopo una partita sofferta) e perfino contro la Puskas Akademia (ammonizione nel finale, dopo un fallo da usura mentale).  E Biraghi adattato a fare il ‘braccetto’ con risultati modesti contro avversari di seconda fascia? E il numero ristretto di difensori, con protagonisti adattati? Insomma, tanti dubbi proprio mentre da Torino si rilancia il nome di Kostic per la Fiorentina. La nostra personale speranza è che le vie del calciomercato siano piene di trappole: parliamo di un esterno di 32 anni, principalmente offensivo, che nell'ultimo campionato ha segnato zero gol, peraltro da inserire nella zona in cui la Fiorentina è più coperta, con il capitano Biraghi e Parisi. Perché quest'ultimo dovrebbe essere in partenza??

Qualcuno vuole male alla Fiorentina, oppure è lei che vuole male a se stessa?  E l'interesse del Brentford su Kayode? Un vortice di possibili novità ci avvolge a quattro giorni dalla fine del mercato e, a margine, resta l'attesa per l'esordio del giocatore indubbiamente più talentuoso: Gudmundsson. E' arrivato a Firenze con un problema muscolare al polpaccio - è stata una sorpresa, nessuno lo sapeva - e ora si avvia verso una maglia da titolare. Non ci aspettiamo però che Gud possa risolvere tutte le partite, oltre che sbagliato sarebbe ingiusto nei confronti di un attaccante che deve inserirsi in un contesto totalmente nuovo. A proposito: ci auguriamo di capire il prima possibile quale sia l'idea di gioco di Palladino, che dovrà creare un'identità di squadra prima che le pressioni diventino troppo pesanti anche per chi giura di non soffrirle.