DODICI ANNI DOPO UN'ALTRA RIVOLUZIONE VIOLA, ALLA NUOVA FIORENTINA (E A PALLADINO) VA CONCESSO TEMPO

08.09.2024 11:10 di  Tommaso Loreto   vedi letture
DODICI ANNI DOPO UN'ALTRA RIVOLUZIONE VIOLA, ALLA NUOVA FIORENTINA (E A PALLADINO) VA CONCESSO TEMPO
FirenzeViola.it

Dodici anni dopo l’ultima volta è stata di nuovo rivoluzione. Sul mercato, certo, con l’ossatura della squadra completamente cambiata e con una nuova guida tecnica rappresentata da Raffaele Palladino, ma non solo. L’obiettivo della società, oltre quello di scendere nel monte stipendi, era quello di rifondare il gruppo, ricostruire uno spogliatoio che difficilmente sarebbe stato in grado di lasciarsi alle spalle tre finali perse e in attesa di capire meglio dove e come potrà arrivare questa rinnovata squadra è evidente come sul piano strettamente caratteriale il club si sia dato un gran da fare. 

D’altronde si narra che già alla serata di Atene il gruppo di Italiano, reduce da un triennio tutt’altro che banale, fosse arrivato se non proprio in crisi di nervi quanto meno allentato. Se il tecnico non poteva non sentire il peso e la responsabilità di un altro appuntamento con la storia (perché questo capita quando non alzi un trofeo da oltre 20 anni) la squadra si è sgonfiata minuto dopo minuto, tanto che già all’intervallo volti e sguardi non presumevano molto di buono. Così gli addii a leader come Bonaventura e Nico si sono rivelati inevitabili, anche per avviare una ricostruzione mentale che riguardasse facce nuove e una diversa aria nello spogliatoio. 

Certo si potrà eccepire che i tempi non hanno favorito l’immediato insediamento di Palladino, con tutte le conseguenze del caso mostrate dai 5 pareggi consecutivi, ma tassello dopo tassello Pradè e Goretti hanno ricostruito un gruppo che oggi incuriosisce. Se la difesa ha indubbiamente mostrato falle preoccupanti, sulle quali lavorare, centrocampo e attacco a disposizione di Palladino possono rappresentare un patrimonio da non giudicare negativamente a priori, e questo può esser già un buon punto di partenza.

Insomma i più scettici diranno che rispetto alla rivoluzione targata Pradè e Macia di dodici anni fa i nomi arrivati dal mercato rischiano di avere meno qualità, ma dando per scontato un marchio che Palladino può imprimere nei prossimi mesi su questo gruppo c’è di che interrogarsi (in positivo) sulle potenzialità di questa Fiorentina. In grado di cambiar pelle in mezzo al campo per più di un interprete funzionale alle idee del mister e soprattutto d’incidere in attacco come non è avvenuto in passato. Poi ovvio, solo il campo determinerà se la ripartenza di quest’anno è stata efficace o meno, ma in tempi in cui sembra regnare più sfiducia che ottimismo tanto vale ricordarsi da quali macerie è nata questa squadra per concedersi ulteriore tempo prima di bocciare in partenza la stagione appena iniziata.