ROCCO DETTA GLI OBIETTIVI STAGIONALI: MINIMO 7° POSTO E VITTORIA DI UN TROFEO. PALLADINO ORA SA QUAL È LA SUA MISSIONE. STADIO, PARTITA CHIUSA: ZERO SOLDI AL COMUNE. LA MORALE DELLA MANCANZA DEI RICAVI: LA FIORENTINA NON FALLIRÀ MA NON CRESCERÀ

09.09.2024 10:15 di  Mario Tenerani   vedi letture
ROCCO DETTA GLI OBIETTIVI STAGIONALI: MINIMO 7° POSTO E VITTORIA DI UN TROFEO. PALLADINO ORA SA QUAL È LA SUA MISSIONE. STADIO, PARTITA CHIUSA: ZERO SOLDI AL COMUNE. LA MORALE DELLA MANCANZA DEI RICAVI: LA FIORENTINA NON FALLIRÀ MA NON CRESCERÀ
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© foto di Giacomo Falsini

Rocco Commisso è tornato a parlare in una lunga intervista - tra le righe si capiscono diverse cose per chi ha voglia di trovarle - concessa ad Andrea Di Caro, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport. Il presidente ha toccato molti temi con una chiarezza disarmante che sgombra il campo dai dubbi. Il succo della chiacchierata punta su affari, soldi, introiti, ricavi e la conclusione è questa: senza uno stadio di proprietà non ci saranno nuove risorse economiche, quindi la Fiorentina non crescerà. Certamente, come ha ricordato il presidente è sana, non ha debiti e i conti sono più che a posto: "Con me non fallirà, statene certi". Ne siamo più che sicuri e questo è un segno plus. La stella polare di una buona gestione è sempre la stessa: bilanci in ordine. E su questo Commisso non può essere che elogiato. La difficoltà nel calcio, semmai, è trovare un punto di equilibrio tra lo scudetto del bilancio e un risultato sportivo degno di nota, insomma un traguardo tecnico. Se c'è il primo, ma manca il secondo non si può parlare di ambizione, quella che nelle frasi di Commisso non abbiamo trovata. Questo club probabilmente è destinato a restare ancorato allo scoglio delle posizioni attuali, vivacchiare tra settimo e ottavo posto della classifica.

Da segnalare, però, una serenità nell'esposizione di Commisso che ci fa piacere. Il presidente entro la prossima sosta, quindi tra pochi giorni, dopo tanti mesi sarà di nuovo a Firenze. Se si muoverà con questa pacatezza tutto l'ambiente viola non potrà che trarne grande giovamento. E ora rimettiamo ordine tra i temi toccati dal presidente viola. 

Primo punto: gli obiettivi.
"Abbiamo preso 11 giocatori, diamo tempo a Palladino, ma ho sempre detto che il traguardo è fare meglio dell'anno prima. Siamo arrivati ottavi e vogliamo salire".

Secondo punto: i viola sono migliorati.
"La Fiorentina è più forte dello scorso anno, siamo un mix di giovani ed esperti. Giocatori che adesso devono capire il loro allenatore". Tutto chiaro, Palladino è avvisato, sa per quale meta deve correre perché secondo il presidente ha una rosa migliore di quella di Italiano.  

Terzo punto: vincere subito.
"Sogniamo tutti di alzare un trofeo da dedicare a Barone e speriamo di riuscirci già in questa stagione". La Fiorentina ha un doppio impegno da onorare: settima posizione e trionfo in una competizione. 

Quarto punto: zero soldi al Comune per il Franchi.
Un "j'accuse" duro quello di Commisso, ma almeno grazie a queste parole siamo usciti definitivamente del balletto insopportabile delle dichiarazioni a targhe alterne, una volta a favore e una volta contro la ristrutturazione del Franchi. Crediamo che adesso cadrà anche la possibilità di vedere la Fiorentina al Padovani e dunque i lavori si allungheranno fino al 2028, con buona pace dei festeggiamenti del centenario del club che verranno celebrati accanto alle ruspe: "Un dolore in 5 anni non riuscire a convincere il Comune e la politica locale a farmi costruire un impianto di proprietà invece di ristrutturare il Franchi.... E' assurdo dopo 100 anni non poter realizzare uno stadio a Firenze o nelle vicinanze. La politica ha bloccato il nostro percorso di modernizzazione. All'estero ci sono strutture bellissime e noi giochiamo in un monumento. Senza lo stadio impossibile garantire i ricavi. L'alternativa è indebitarsi, ma non è così che si gestiscono le società. Il Comune ha preso i soldi dello Stato, ora finisca la ristrutturazione. E se non saranno rispettati i tempi a subirne le conseguenza saranno i tifosi e la Fiorentina". E tanti saluti alla sindaca Funaro che sicuramente non avrà gradito queste considerazioni.  

Quinto punto: polemiche e operazioni con la Juventus.
"Beh, se è l'unica squadra che si fa avanti coi soldi che dovrei fare? Abbiamo fatto un grande affare con Vlahovic, il più importante nei miei 5 anni a Firenze. E ho letto che Chiesa è andato al Liverpool per 12 milioni, mentre noi lo avevamo venduto per quasi 60. Chi lo ha fatto l'affare: gli altri o Rocco?". Sul piano economico la cessione del serbo è stata redditizia, su quello tecnico un disastro. Sono serviti due anni per trovare, speriamo, forse, il sostituto giusto: Kean. 

Sesto punto: i club in rosso. 
E' una vecchia battaglia di Commisso, più che legittima. Pari regole per tutti e da rispettare. Ma purtroppo il calcio italiano non si adegua: "Situazioni debitorie, società quasi in bancarotta e ancora mi chiedo se chi ha vinto in questi anni poteva essere iscritto al campionato... Non posso invidiare chi vince così. L'unica che per dimensioni e ricavi può essere paragonata a noi è l'Atalanta che ha fatto risultati migliori di noi, ma il progetto dei nerazzurri è cominciato prima di noi". L'Atalanta è riuscita a diventare una grande nonostante non avesse uno stadio all'altezza, solo adesso andrà a compimento il nuovo Gewiss. E senza neppure una storia alle spalle minimamente accostabile alla Fiorentina e senza grandi introiti. A Bergamo sono cresciuti a dismisura grazie al prodotto interno lordo: giovani forti e giocatori scelti col microscopio. In altre parole qualità, competenza e conoscenza. La crescita di un club passa anche o soprattutto dal campo. E' difficile da comprendere? 

Settimo punto: il calcio italiano è malato.
"Va messo in protezione, rispettando le regole e percorrendo nuove strade, ma non si riesce a farlo. In questi anni non ho visto miglioramenti: dobbiamo trovare equilibrio tra entrate e uscite. Investire in Italia è difficile perché bisogna sempre ripianare le perdite. Nel secondo triennio ho messo gli stessi soldi del primo. L'unico momento in cui le proprietà potranno rientrare dalle spese sostenute...sarà quando rivenderanno il club...".  

Ottavo punto: i tifosi.
"Ad Atene li ho salutati e mi hanno commosso, brividi e lacrime, sono fantastici. Stiano sempre vicini alla squadra e alla società, mi lascino però fare il presidente. Insieme al mio staff prenderemo le decisioni migliori per il club. Talvolta non sono contenti? Il tifoso in generale vive giorno per giorno con passione e se perde una partita ne fa un dramma... Fatica ad avere una visione di insieme che gli consenta di valutare con lucidità e serenità un ciclo nella sua ampiezza..." Caro presidente Commisso, dopo cinque anni in Italia non ha ancora capito che chi ama visceralmente una squadra o la Fiorentina medesima lo fa con un trasporto eccezionale, magari va in trasferta spendendo tanti soldi e il lunedì mattina se i viola hanno perso è deluso, triste o arrabbiato? Chi offre il cuore al colore viola non deve avere una visione di insieme, basta e avanza che spinga la Fiorentina oltre qualsiasi ostacolo. Chi piange o ride per la Fiorentina si spende tutto prima di chiedere. Non è cosi'? E allora se qualche volta brontola o critica ve bene lo stesso. Il calcio non è un divertimento, è qualcosa di molto più profondo. Quantomeno da queste parti e in molte altre del Vecchio Continente.   

Nono punto: nessun cambio di mano.
"Non voglio assolutamente cedere la società, è una questione di amore e di massimo impegno. Ma le proprietà nel tempo cambiano, è fisiologico. E quando accadrà la Fiorentina sarà sana e senza debiti". 

Decimo punto: l'acquisto che lo incuriosisce di più.
"Quello che ancora non ho visto in campo..." Commisso aspetta Gudmundsson ed è comprensibile. Gli è costato quasi 30 milioni...